PROGETTO GOLDSTEIN
presenta
La morte della Pizia
di Friedrich Dürrenmatt
Traduzione di Renata Colorni edita da Adelphi
Adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Lösch
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Diogenes Verlag
Con Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino
regia Giuseppe Marini
Scena: Alessandro Chiti
Musiche Originali: Paolo Coletta
Costumi: Helga H. Williams
Disegno luci: Alessandro Greco
Assistente alla regia: Giorgia Macrino
Organizzazione: Rossella Compatangelo
Foto di scena: Pino Le Pera
Dal 10 al 15 ottobre
Teatro Vittoria– Roma
Dopo il successo riscosso nella precedente stagione al Teatro Belli, torna in scena al Teatro Vittoria di Roma, dal 10 al 15 ottobre, LA MORTE DELLA PIZIA di Friedrich Dürrenmatt, con Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino diretti da Giuseppe Marini.
Le molte verità di Delfi e le fake news intorno alla vicenda di Edipo, manipolate da oracoli e veggenti, hanno colori grotteschi e beffardi nel racconto di Durrenmatt, pubblicato nel 1976 e uscito in Italia nel 1988, qui adattato in forma teatrale. Nel tentativo di conoscere e capire la realtà, si fa qui sempre più leggibile il conflitto insanabile tra chi vede la follia del caso e chi cerca di leggere un senso organico nel groviglio degli accadimenti che ci travolgono.
Pannychis Undici, sacerdotessa Pizia alla fine dei suoi giorni, assistita dal sacerdote Merops Ventisette, sensale e cassiere, è chiamata dal potente Tiresia a rivedere le vicende e le profezie -di cui entrambi si sono resi in diverso modo artefici- al cospetto imbarazzante delle vittime dei loro responsi. Edipo, Giocasta, la Sfinge, appaiono sulla scena come visioni rivelatrici della fragilità dei nostri mezzi di conoscenza.
La Pizia e Tiresia a confronto con una realtà che va ben oltre le profezie, esauriranno insieme il loro compito. Verrà il tempo della nuova Pizia. Perché le Pizie e i veggenti passano, mentre i mercanti di notizie sopravvivono nel tempo.
Dürrenmatt smaschera in chiave grottesca il mito e delinea con tinte forti lo smarrimento degli uomini travolti da un groviglio di eventi incontrollabili. I Greci sono costretti a scegliere una loro verità, immersi nel chiacchiericcio confuso di informazioni contrastanti, in mezzo a un vortice di oracoli e profezie ora folli ora malevole, talvolta generate da complotti perversi, abbandonati alla deriva e al caso. Lo stesso accade a noi, nel nostro tempo. È umano credere a quello che risponde alle nostre aspettative o che ci tranquillizza nelle nostre certezze.
Il testo di Dürrenmatt rimanda al cinismo delle informazioni pilotate e al caos di notizie che oggi ci disorienta anche di più che nel suo tempo. Così abbandonati alla deriva, siamo anche noi costretti a scegliere una nostra verità. Unica consolazione e liberazione dal panico: qualche momento di catartico, ma amarissimo, riso.