a cura di Oriano Bertoloni redazione per la rubrica ” I LUOGHI DELL’ARTE “
Acquistato nel 1818 da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte, il palazzo tardo seicentesco conserva ancora il cognome dell’Imperatore francese. Arthemisia (specializzata nell’allestimento di importanti esposizioni d’arte) ne ha fatto da tempo la propria sede e vi ha inaugurato una mostra straordinaria, dedicata al genio olandese.
Per anni, in Italia, il solo nome Van Gogh ha attirato folle di visitatori, anche quando in quelle esposizioni comparivano al massimo due o tre dipinti suoi. In questo caso, il palazzo che si affaccia su Piazza Venezia offre una raccolta di ben 50 opere provenienti dal Museo Kroller Muller di Otterlo. Esso è secondo al mondo, per la quantità di lavori del grande artista, solo a quello di Amsterdam. Non è difficile comprendere il perché di un successo così abnorme per un pittore che in vita riuscì a vendere un solo quadro. Egli è stato un precursore del post-impressionismo ed ha influenzato direttamente i pittori Fauve come Derain e de Vlaminck. Vincent Van Gogh deve l’immensa fama sostanzialmente al suo linguaggio innovativo ma incredibilmente semplice da decifrare. Sì, perché una massa eterogenea di ammiratori è sinceramente affascinata dalla bellezza delle sue tematiche
più famose: un campo di grano estivo, sul quale svolazzano rondini o corvi, è esattamente quello che ci indica il titolo, ma con un penetrante ed intrigante messaggio emotivo. I suoi vasi di girasoli, le sedie impagliate e strapiene di gialli ed arancioni, sono avvincenti e gratificano anche gli animi di coloro che conoscono a malapena gli altri grandi artisti dell’epoca. Egli è un genio popolare, capace di essere riconosciuto anche da frammenti di un suo dipinto. Le riproduzioni dei suoi quadri più famosi nella pubblicità e su ogni altro spazio che ne preveda la necessità, hanno contribuito a renderlo tanto familiare.
Nella mostra romana compaiono anche opere di alto valore sociale come “Le donne che trasportano sacchi di carbone nella neve del 1882” e “Il vecchio disperato del 1890” che dimostrano quanto Vincent Van Gogh sia stato un pittore profondamente sensibile alle problematiche delle persone più umili. E’ da amare anche quando i suoi dipinti non hanno colori abbaglianti: essi ci mostrano la società dell’epoca con commovente e genuino realismo. La tragedia della sua vita, dovuta a una condizione fortemente depressiva, lo ha portato inesorabilmente al suicidio. Nei pochi anni della sua triste esistenza, ha dato prova di possedere una originale e progressiva carica poetica. Una mostra imperdibile, utile per comprendere la qualità del percorso, più complesso di quanto comunemente si pensi, di uno dei grandi della Storia dell’Arte.
– Palazzo Bonaparte – Piazza Venezia – Roma – aperta fino al 23 marzo 2023
(Indispensabile la prenotazione)