Dal 27 marzo al 13 aprile 2025
Michele La Ginestra e Massimo Wertmüller
in
COME CRISTO COMANDA
di Michele La Ginestra
con
Ilaria Nestovito
regia di
Roberto Marafante
aiuto regia Ludovica Di Donato
scene Teresa Caruso – costumi Giusy Nicoletti – musiche Andrea Perrozzi
mixer audio e luci Diego Castorina – foto Alessandro De Luca Rapone
organizzazione Alessandro Prugnola – distribuzione Pigrecodelta
Produzione Fondazione Sipario Toscana Onlus
Anno 33 d. c., Palestina. È notte: due uomini, vestiti con tuniche e mantelli, sono seduti in una sorta di bivacco in mezzo
al deserto, un luogo che rappresenta la solitudine e l’isolamento dal resto del mondo. Parlano sommessamente per non
essere scoperti, con la paura di essere stati seguiti da qualcuno; si capisce che sono in fuga, ma nonostante la
situazione, cercano di mascherare la propria ansia, parlando delle cose di tutti i giorni, (il mangiare, il lavoro, il rapporto
con l’altro sesso) in modo scanzonato e divertito. Dai dialoghi pian piano si intuisce che sono due soldati romani, ma non
due qualsiasi: uno, Cassio, è il centurione alla guida dei legionari al momento della crocifissione di Gesù sul Golgota;
l’altro è Stefano, un suo soldato, quello che diede da bere a Cristo, acqua e aceto. L’evento che sconvolgerà l’umanità ha
stravolto, inconsapevolmente, anche le loro vite; i due non potranno fare a meno di confrontarsi, animatamente, alla
ricerca di alcune risposte… ma non tutto, nella vita, si può spiegare con l’esperienza e la logica! Ci sono delle emozioni,
che vanno al di là dei cinque sensi, per spiegare le quali è necessario abbandonarsi all’ascolto… e forse, solo allora, si
riuscirà a sentire risuonare “una musica melodiosa”.
Ho scritto di getto questo testo, volutamente, nello stile del maestro Gigi Magni… avevo bisogno di raccontare delle
emozioni e avrei voluto affidare ad altri le mie parole.
Mentre scrivevo, pensavo che l’attore più giusto per indossare i panni di Cassio fosse Massimo Wertmuller, con la sua
profondità d’animo, e la sua giocosa romanità, che rende leggero qualsiasi ragionamento, anche il più contorto.
Poi, alla fine, mi sono innamorato della storia ed ho capito che non sarei riuscito a cedere ad altri il ruolo di Stefano, uomo
pratico, spontaneo, istintivo… perdendo, peraltro, il privilegio di dividere il palcoscenico, per la prima volta, con Massimo.
Affidare la regia a Roberto Marafante, artista sensibile e di talento, è stato il gesto conclusivo, di questa sfida, che son
certo coinvolgerà il nostro pubblico, pronto ad assistere ad uno spettacolo che vuole regalare emozioni e riflessioni,
nonché spingere ad un confronto tra tutti coloro che ci regaleranno la propria presenza.