Tor Bella Monaca
Spettacoli dal 26 al 30 marzo
Una serata unica dedicata alla poesia e alla canzone d’autore il 26 marzo al Teatro Tor Bella Monaca. Da un’idea di Oscar Pizzo, a cura di Andrea Satta e Maria Grazia Calandrone con gli interventi di Andrea Cortellessa e Andrea Pelini e la regia del suono di Raniero Terribili con il poeta Graziano Graziani, e i poeti del quartiere Gianfranco Rosati, Giovanni Fisichella e con la musica di Pino Marino.
La poesia e la canzone d’autore, un matrimonio discusso. La solitudine, l’amore, l’infinito, l’intimità, l’inconfessabile; visceralità e disperazione. Noi siamo convinti che la parola, recitata e cantata, abbia la magia di rendere possibile l’emergere di un’altra comunità attraverso una narrazione intima e coinvolgente. Ci aiuta ad abbracciarsi e ad abbracciare… A tenere insieme queste tensioni, la passione e la necessità. Scrivere canzoni contro il flusso del mercato dell’arte, nonostante il mercato. I nostri cantautori sono di quelli che, se non si preoccupano dell’onda e dell’algoritmo, li subiscono, purtroppo, pagando questa scelta a fronte di una classe cristallina ed elegante. Non domandatevi se li conoscete per davvero, né se siano giovani o meno. Ascoltateli. Sono artisti dei migliori, come quelli che amava e cantava Leo Ferrè sui marciapiedi di città. In ogni serata un poeta e un cantautore…e sarà un incendio. Ci saranno incursioni di specialisti, esperti lettori di versi come Andrea Cortellessa e di pentagrammi come Angelo Pelini dei Têtes de Bois che apriranno le opere, i testi e gli spartiti per svelare la trama creativa a chi è seduto in sala. Gli artisti saranno accolti da Maria Grazia Calandrone e Andrea Satta, come fra amici in salotto o in veranda. A Oscar è affidata la riproposta al piano dell’ultimo refrain, nel suo stile, il bicchiere della staffa, sul passo dei saluti finali.
Dal 26 al 29 marzo Il vangelo secondo Pilato di Eric Emmanuel Schmitt con Luca Brancato, Giovanni Mongiano e Andrea Aceto. Sul monte degli Ulivi un uomo aspetta che i soldati vengano ad arrestarlo per condurlo al supplizio. Quale potenza soprannaturale ha fatto di lui, figlio di un falegname, un trascinatore di popolo che fa miracoli e predica l’amore e il perdono? Tre giorni dopo, la mattina di Pasqua, Pilato conduce la più inconsueta delle inchieste: un cadavere è scomparso. Scritto con lo stile incalzante di un noir, Il vangelo secondo Pilato conquista lo spettatore con una sequenza di colpi di scena. Non solo il cadavere è scomparso, addirittura circola la voce ridicola che Gesù sia vivo. Il protagonista delle apparizioni è un sosia? Dov’è nascosto il cadavere? Chi tira le fila di questo macabro gioco? Ma Gesù è davvero morto sulla croce? Pilato indaga. Il caso appare insolubile. Il Vangelo secondo Pilato, una delle opere più intriganti del grande scrittore e drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt prende avvio per trovare delle risposte e termina con delle domande. Domande profonde che non possono essere risolte. Possono solo essere raccontate. Quanta è lontana Roma dalla fastidiosa Giudea per Pilato. E quanto è strano quel che succede intorno al Messia. Messia? Gesù e Pilato, due uomini colti nel dubbio, colti dal dubbio. Alla fine, gli spettatori non ricevono nessuna verità, ma i dubbi che attanagliano Gesù e Pilato alla fine saranno i loro dubbi.
IL 27 marzo in scena un grande classico di Goldoni: La locandiera diretto da Cristiano Roccamo e con Mauro Ascenzi, Adriano Exacoustos, Fabrizio Pagliaretta, Giulia Sanna.
Mirandolina, donna indipendente ed imprenditrice, gestisce una locanda di Firenze tenendo a bada le lusinghe e le pretese degli ospiti che si dilettano nell’arte del corteggiamento. Ella ben conosce il potere della seduzione e riesce a mantenere il gioco aperto con ogni avventore fino a quando giunge alla Locanda il Cavaliere di Ripafratta, diffidente verso il sesso femminile e schernitore di coloro che cedono alle dinamiche amorose. Un po’ per gioco, un po’ per orgoglio, Mirandolina decide di far innamorare lo scontroso ospite e dà prova di un’ars amandi tutta femminile che supera il preconcetto del sesso debole in cerca di denaro o protezione sociale. L’autodeterminazione del sesso femminile è al centro della commedia, Mirandolina è padrona della sua stessa sorte, tanto da scegliere chi far innamorare. Goldoni illumina coraggiosamente le dinamiche dell’animo femminile mantenendo la realtà sociale come cornice salda, la Locandiera deciderà infatti di sposare l’aiutante Fabrizio così come le era stato chiesto dal padre prima di morire, facendo prevalere la lungimiranza della ragione in grado di limitare la miccia imprevedibile delle passioni amorose.
Alessandro Benvenuti torna sul palco del Teatro da lui diretto con Lieto fine, diretto da Roberto Abbiati e Alessandro Benvenuti. La storia racconta di una bicicletta multifunzionale che attende tutti i giorni il proprio pedalatore dentro un box poco attendibile, arredato con scarne ed essenziali memorie. Colui che ogni giorno la mette in funzione pedalandola è un uomo che attraverso gli auricolari del suo cellulare è costantemente in contatto con decine di voci di persone care, amici, importuni e suoni vari… più un tipo che cerca un tassidermista senza riuscire a farsi una ragione del fatto che non riesca a trovarlo. La condizione in cui l’uomo si trova tutti i giorni della propria vita senza accorgersene è surreale perché c’è da andare al lavoro, al cinema, a letto, allo stadio, al mercato… al… al… al…: ma il pedalatore ha un amore, un destino, una grande paura, e la strana bicicletta è la risposta ad ogni apparente mistero.
Benvenuti nel cervello dissestato di un autore comico che cerca di raccontare come si possano legare, senza andare al buio, una serie di circuiti mentali causati dalla responsabilità di dover scrivere un testo per un importante teatro in un momento della propria esistenza dove la cosa migliore per lui sarebbe riposare, allontanarsi da tutto, dissolversi, sparire. Lieto Fine è un viaggio immaginario trapunto di comica realtà. Il desiderio di un comico di offrire al pubblico, con grande affetto e totale sincerità, quasi tutte le sue fragilità.
Può essere teatro anche questo. Io spero di si.
Come sempre spazio ai più piccoli, domenica 30 marzo alle 17.00 con Cappuccetto rosso raccontato da noi di Matteo Micheli con Gabriele Giusti, Ginaluca Rossetti, Francesca Verrelli, Ana Kusch per la regia di Maddalena Rizzi. Risate, gag e rap coinvolgeranno bambini e adulti in una rilettura dell’antica favola. Un Cacciatore nonché Taglialegna e regista ed un recalcitrante Lupo apriranno la storia; Ma il lupo, proprio lui si, il simbolo del pericolo da tenere a distanza, non se la sente d’essere cattivo, ma lo spettacolo deve andare avanti, anzi iniziare, e sedutosi in platea, il cattivissimo Regista darà il via all’azione scenica. I personaggi racconteranno la favola attraverso il loro punto di vista …fino all’immancabile lieto fine…per chi?
La programmazione dei Teatri in Comune 2024-2025 è finanziata dall’Unione Europea, Next Generation EU nell’ambito del PNRR, e rientra tra gli Interventi “Il Giubileo dei Pellegrini: eventi artistici e culturali nella città di Roma, dal centro alla periferia, al fine di favorire la fruizione turistica nel periodo giubilare” (PNRR – M1C3-Inv.4.3 Caput Mundi. Next Generation EU per grandi eventi turistici).
Teatro Tor Bella Monaca – Arena Teatro Tor Bella Monaca
Via Bruno Cirino angolo Via Duilio Cambellotti raggiungibile con Metro C o Linea Bus 20
Ampio parcheggio disponibile
Per informazioni e prenotazioni:
Telefono 062010579 (dalle 10:30 alle 19:30)
Messaggi whatsapp 3920650683
promozione@teatrotorbellamonaca.it
Botteghino: dal martedì alla domenica dalle 10,30 alle 21,30
www.teatrotorbellamonaca.it – www.teatriincomune.roma.it
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