La raccolta poetica “Mi sto poetando sotto” di Davide Cava (Eretica Edizioni, 2024 pp. 74 € 15.00)
ritrae la considerazione intensa e contrastante sull’esistenza, traccia la linea di confine, dileguata
nella soglia della comprensione tra realtà e finzione, dichiara la necessità di interpretare il pensiero,
l’incalzante desiderio di una mente inquieta di comunicare il proprio pensiero poetico, concentrato
nella diffusione lirica di uno spirito sfrenato, incontrollato, avvolto nella dissolutezza delle parole.
Davide Cava conosce il potere evocativo della poesia, compone l’indagine rappresentativa della
sensibilità, assicura l’incalzante e stringente volontà delle affermazioni provocatorie all’autenticità
del moto istintivo, rinnova la contaminazione delle assenze e del distacco attraverso la capacità
catartica ed escatologica di accompagnare in versi il dolore, ne trasfigura l’essenza nell’esperienza
estetica creativa e letteraria. La poesia di Davide Cava insegue il miraggio emotivo, rielabora la
natura dei sentimenti nell’inesauribile territorio delle incertezze, consegna il richiamo del proprio
vissuto all’invocazione della materia espressiva fulminante e incendiaria, allarga la consonanza della
memoria nella dignità celebrativa della nostalgia. Il poeta racconta la commedia umana trafitta nella
coscienza, sotto il peso incombente e irrequieto della vertigine, dischiude lo sguardo acuto, ostinato
e interrogatorio sul sipario del mondo, risveglia le sensazioni dell’universo interiore, confrontando
l’indifesa ed evanescente ansia delle risposte. Mette in scena, nelle esortazioni solitarie e misteriose
del tempo, la realtà del presente, immersa nelle confessioni malinconiche del passato, insegue il
cammino dell’incoraggiamento lungo i sentieri delle rinascite. Davide Cava scandisce l’intreccio
degli innamoramenti, portandosi addosso l’insegnamento degli inganni, svelando il suggerimento
del cuore che non rinuncia alla preghiera inaspettata e imprevedibile dell’amore. “Mi sto poetando
sotto” diffonde il suggestivo e intuitivo profumo dei ricordi, decifra l’uso deformato ed ermetico del
vuoto nell’esercizio letterario di una tecnica poetica capace di trapassare la dimensione tormentata
dell’essere e riempire il brivido sapiente dei sogni, accomunato da un lirismo oggettivo di
consapevolezza. Davide Cava plasma i suoi versi intorno all’illuminante ricerca della parte più
suscettibile e impermeabile dell’anima, afferma con velata ironia la nitida e inesorabile condizione
dell’uomo, coglie la previsione vitale dell’arrendevolezza e della fugacità. Il libro invita ad
addentrarsi nel labirinto dell’ombra e nella linearità della luce, a valutare il vincolo eloquente delle
impronte relazionali, la virtù divinatoria del senso segreto delle cose, l’incontro con l’instabilità della
tenerezza e la durezza delle ostilità. Il costante e vertiginoso riferimento all’irrimediabile
indifferenza della mancanza fa sì che la poetica di Davide Cava raggiunga il lettore nell’indugio
invisibile della transitorietà, assorba, dal palcoscenico illusorio delle immagini, la seduzione del
disorientamento, descriva una poetica traboccante dove la punteggiatura di ogni speranza si mescola
all’avventura romantica della quotidianità. Davide Cava incrina l’equilibrio delle certezze,
smantellando la dedizione inaspettata di un appetito insaziabile per la vita, nello sconfinamento di
una conversazione intima e profonda con il sottosuolo delle identità, nella terra d’approdo dell’arte
poetica.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/
MENTRE TI PERDO
Chissà come passi i minuti
mentre ti perdo.
Mentre osservo risicati ricordi
e mi aggrappo fortissimo
a sguardi che – forse –
non mi hai rivolto mai.
SOLD-OUT
Si sta come
nell’era delle prestazioni
sulle anime
i macigni.
DENUNZIA
Ma chi ti ha dato il permesso
di accendere la luce
mentre muoio?
SE MI VUOI
Probabilmente mi troverai
su una panchina scolorita
ad aspettare il treno del 31 febbraio
diretto verso il passato.
DEDICA RANCOROSA
A te piacevano le mie poesie,
quelle lunghe,
quindi eccotene una.
LUNGIMIRANZE
Ci vedevamo lungo da bambini
a pensar che l’amore si facesse
tenendosi per mano.
CAPEZZALE
Avrei dovuto essere
più cordiale
coi miei sogni.
PERCHE’ TU SEI ILLEGGIBILE
Hai gli occhi che parlano,
e cantano canzoni d’Amore universale.
Due sfere scure nelle quali
chissà quante anime
hanno letto il proprio destino
senza mai leggere il tuo.
MERITOCRAZIE E CRATERI
Brillavi tanto
che mi toccò farti andar via
una volta finita
la crema lunare.
IRRAGGIUNGIBILE
Sei dove non posso raggiungerti,
nella casa dei ricordi di un Altro,
che non ha neppure una poltrona
per questo mendicante d’amore.