É stata presenta oggi in conferenza stampa la nuova stagione 2024/2025 di Teatrosophia, uno dei
più interessanti spazi off della Capitale nato nel 2018 a pochi passi da piazza Navona. Uno spazio
che non si limita a ospitare spettacoli ma li vive, li accompagna, li condivide e li porge al pubblico.
E altra bellezza è in arrivo nella nuova stagione. Passato con non poche difficoltà il periodo della
pandemia, Teatrosophia è stato un sogno. Poi è diventato realtà. Ora è futuro ha dichiarato il
direttore artistico Guido Lomoro che ha aggiunto «Ormai possiamo dirlo senza ombra di dubbio:
il nostro spazio ha vita propria, una vita incastonata nel panorama teatrale romano e non solo. Io
e tutto il mio team di lavoro ovvero Marta Iacopini, Maria Concetta Borgese, Ilenia Costanza,
Lorena Vetro, Alessandra Di Tommaso, abbiamo lavorato tanto e bene senza mai dimenticare che
tutto è sempre perfettibile. Consapevolezza della qualità del nostro impegno si, ma sempre con il
pungolo del voler fare ancora meglio.» Una stagione che ci apprestiamo a vivere partendo da alcuni
elementi portanti del nostro teatro: Il settore comunicazione con l’appassionato ed inarrestabile
ufficio stampa Andrea Cavazzini e i Social media I Vetri Blu (Ilenia Costanza e Lorena Vetro),
fucina di idee originali e di operatività incessante. A dirigere il settore tecnico la nostra regina delle
luci Gloria Mancuso. E ancora il lavoro meticoloso e puntuale di Marta Viola (MV
Comunicazione) su sito e con la grafica istituzionale. Confermata anche la squadra che gestisce
botteghino e aperitivi sinonimo di cura, attenzione ed empatia: Francesco Baj, Gennaro Russo,
Stefania Cancelliere dalla rinnovata collaborazione con Radio Danza che nella scorsa stagione ha
seguito e promosso tutti i nostri spettacoli.
Per contrastare il teatro “mordi e fuggi” e creare un legame più forte tra lo spettacolo e il pubblico
abbiamo adottato una coraggiosa inversione di tendenza: Nessuno spettacolo sarà in scena per meno
di 4 repliche, ossia a partire dal giovedì e in alcuni le repliche saranno addirittura 5 (a partire dal
mercoledì). E non mancherà chi sarà in scena per ben due settimane. La seconda novità riguarda le
repliche del sabato che saranno sempre pomeridiane con inizio alle ore 18,00.
Dunque ci apprestiamo a presentare la stagione 24/25. Cosa la caratterizzerà? Innanzitutto la
contemporaneità dei testi messi in scena, alcuni dei quali rappresentano delle assolute novità. Poi
il ritorno di artisti di spicco che a Teatrosophia hanno trovato la loro casa ma anche l’arrivo di
alcune nuove compagnie che ci hanno proposto progetti di assoluto valore. Tornano anche alcune
produzioni e coproduzioni firmate Teatrosophia che nel precedente cartellone hanno riscosso un
importante successo e debutta PRIMO PALCOSCENICO, il concorso rivolto ad attrici ed attori
neodiplomati. E ancora: Continueranno le presentazioni di libri, che siamo riusciti a realizzare in
modo originale e variegato e naturalmente il nostro laboratorio per NON ATTORI curato da
Ilenia Costanza con la Prima lezione di prova LUNEDI’ 21 OTTOBRE ALLE ORE 19.30
La nuova stagione prende il via con STORYGRAM, che sarà in scena il 3, 4, 5 e 6 ottobre. Uno
spettacolo-concerto con i testi di Collettivo Socrates. Ideazione scenica: Alberto Bellandi, Giulia
Bornacin, Emanuele Di Giacomo. In scena vedremo Giulia Bornacin (Voci e percussioni) e
Simone Martino e Amedeo Monda (Voci e strumenti).
In un mondo in cui tutti giocano e condividono immagini in modo frenetico, si è cercato di fermare
la centrifuga del tempo e di analizzare alcune immagini che sono riuscite ad attraversare indenni la
storia fino a diventare delle icone. Ne sono scaturite storie, a volte vere, a volte inventate per
poterle condividere dal vero e per davvero, viso a viso, corpo a corpo. Un insieme di esercizi di
stile, musica, luci, giochi di parole e di corpi che vogliono fermare il tempo e dare vita ad immagini
che tempo non hanno. Un viaggio leggero e coinvolgente tra racconti e cantautorato italiano e
d’oltre oceano che possa restare anche po’ nella memoria… che non svanisca immediatamente con
un semplice like.
Dopo il clamoroso successo ottenuto nella scorsa stagione con lo spettacolo Darkmoon tornano gli
artisti della Dark Side Theatre company con uno spettacolo inedito. Dal 10 al 13 ottobre saranno
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infatti in scena con CENTO LIRE scritto e interpretato da Matteo Fasanella e Lorenzo
Martinelli. La regia è di Matteo Fasanella.
Due fratelli, diversi tra loro, si ritrovano in un momento tragico. In un clima a tratti dissacrante,
tra scontri e momenti di ilarità, riusciranno a portare a galla le verità nascoste sotto
l’incomunicabilità di tutta una vita. Si sono volute indagare le conseguenze dell’incapacità degli
esseri umani di comunicare. La famiglia è il luogo in cui tali dinamiche si delineano con più
evidenza e il rapporto tra fratelli è il luogo emotivo in cui coesistono vicinanza e distanza, identità
e alterità. Come rami di un albero, due fratelli condividono le radici, ma esplorano cieli diversi. Il
lutto, esperienza anch’essa doppia, intima e sociale insieme, li costringe alla scomodità
dell’incontro, apre una possibilità di dialogo, anche se ognuno rischia di rimanere l’unico
interlocutore di sé stesso.
Gianni De Feo torna a Teatrosophia ma questa volta in veste attoriale oltre che registica. Dal 17 al
20 ottobre sarà in scena insieme ad Alessandra Ferro, con METUS NOCTIS (la paura della
notte) di Roberto Russo. La regia è dello stesso De Feo.
La separazione tra Realtà e Sogno/Incubo è intuitiva e assolutamente palpabile. Ma cosa
accadrebbe se il diaframma tra le due dimensioni si assottigliasse fino a scomparire?
È quanto accade una notte a Nino Ceccarelli, una vita vissuta ai margini in una squallida periferia
di Roma Nord tra povertà, disagio e degrado morale, che vede materializzarsi in capo al suo letto
un’inquietante figura femminile dalle molteplici forme e personalità.
Tra preghiere, confronti e sconcertanti svelamenti, apparirà palpabile la vera dimensione di un
Incubo molto più reale di quanto ci si potesse attendere. Tra i due un braccio di ferro che ribalterà
di volta in volta i rispettivi ruoli. Un noir dalle forti tinte surreali sulla vera ed insopprimibile
sostanza del Male.
Dal 24 al 27 ottobre l’atteso ritorno di una produzione Teatrosophia dopo l’eccezionale riscontro di
pubblico e critica ottenuto nella scorsa stagione. Liberamente tratto da Shakespeare family di
Giuseppe Manfridi, I FIGLI DEL POETA si ripresentano sul palcoscenico di Via della Vetrina.
In scena Giada Arigoni, Lorenzo Mangano, Alessio Corso, Manuel Gentile, Alessandro
Cazzaniga. Adattamento e regia: Guido Lomoro. Coreografie e movimenti scenici: Maria
Concetta Borgese
I 5 giovani e talentuosi attori si confrontano con più cifre drammaturgiche (classica,
contemporanea e poetica) e con l’espressività corporea in un connubio di parola e movimento, stile
ormai inconfondibile del sodalizio artistico tra Guido Lomoro e Maria Concetta Borgese.
Giulietta, Romeo, Mercuzio, Frate Lorenzo, Baldassarre. Sono loro a ritrovarsi in un non luogo
senza tempo. Ne nasce un confronto in cui scopriranno cose che non potevano sapere. In cui
ognuno di loro rifletterà sul proprio agire in quello che è forse il più famoso e coinvolgente
dramma shakespeariano. A unirli un comune senso di colpa provocato da una domanda: poteva
essere evitato quel tragico finale? E poi. Perché ora si ritrovano in questo non luogo? Che senso
ha? La risposta è nel titolo: figli del poeta. Ed è nel pubblico, eterno spettatore e lettore
dell’intramontabile storia “di Giulietta e del suo Romeo”. Scenicamente un connubio tra parola
poetica
Due giovani artisti di indubbio talento fanno il loro ingresso sul palcoscenico di Teatrosophia. Sono
loro infatti ad aver scritto, diretto e interpretato MEMORI, in scena dal 7 al 10 novembre. Uno
spettacolo già proposto con successo in molte piazze italiane e con, al suo attivo, importanti
riconoscimenti. Gli artisti in questione sono Nicola Lorusso e Giulio Macrì.
Il racconto di due anime disperse nel silenzio, alla disperata ricerca della propria identità.
Frugano nel passato inseguendo la reminiscenza di quell’istante che ha stravolto il loro esistere. La
convinzione è che la vita non sia soltanto una mera sequela di insignificanti vicende e coincidenze,
ma una trama di eventi culminanti in un piano sublime. I due sono catapultati in un possibile
giorno del giudizio, in cui immaginano di avere di fronte a sé un dio da cui poter finalmente esigere
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risposta a tutti gli interrogativi irrisolti delle loro vite. Lo spettatore è immerso in una bolla in cui
l’istante può diventare eterno e allo stesso tempo effimero. L’idea è quella di uno spazio che sia “in
movimento”. L’apporto del sonoro è parte integrante del disegno drammaturgico. Gli estratti
danzati creano vere e proprie epifanie, in cui ritrovare piccole briciole di verità
Dal 14 al 17 novembre torna a un autore tra i più prolifici che ha sempre un appuntamento fisso a
Teatrosophia. Ed ogni volta il successo non si fa desiderare. Ci torna con un testo totalmente
inedito. Parliamo di Antonio Mocciola e del suo ADELAIDE, MARCHESA LEOPARDI con
Giorgia Filanti, Francesco Giannotti, Lorenzo Mereu. La regia è di Giorgia Filanti.
Austera, severa, avara, bigotta. L’immagine che la storia ha divulgato di Adelaide Antici, madre di
Giacomo Leopardi, non lascia scampo. Ma cosa si nasconde dietro le ossessioni e le nevrosi di una
donna che tanto ha influito – inevitabilmente – sullo sguardo così pessimista del celebre figlio? E
che rapporto c’era con Monaldo, uomo coltissimo, spendaccione, stralunato, certamente più
empatico col poeta? Sopravvissuta a quasi tutti i suoi figli, Adelaide occupa, suo malgrado e di
riflesso, un posto fondamentale nella letteratura italiana. La sua lunga e tormentata vita è al centro
dello spettacolo, un testo che toglie i veli agli inquietanti, opachi interni di un nobile palazzo di
Recanati, il “natio borgo selvaggio” che Giacomo Leopardi tanto detestava, forse ancor più di
quanto detestasse chi lo aveva messo al mondo.
Attrice, autrice e drammaturga poliglotta. Si tratta di Caroline Pagani. Per la prima volta a
Teatrosophia. Presenterà LUXURIAS del quale è protagonista assoluta. Sempre lei, insieme a
Filippo Bruschi, ha scritto il testo ed ha curato la regia. In scena dal 21 al 24 novembre.
Una donna, perseguitata dalle immagini di un uomo e di un pugnale, va da uno sciamano per
capire l’origine delle proprie visioni. Attraverso un viaggio di regressione ipnotica, scopre che la
sua Anima ha abitato il corpo di Francesca da Rimini. Il suo tormento nasce dal suo passato che
continua a vivere in lei. Ci ritroviamo catapultati in un girone dantesco: quello dei lussuriosi, in
cui i personaggi di Dante dialogano con donne della Storia e donne contemporanee. La donna
intraprende una particolare terapia, tutta teatrale, rivivendo la propria vicenda, in bilico fra
passione reale e finzione letteraria. Trascinata nel vortice di un incessante flusso di coscienza,
Francesca dialoga con Dante, col pubblico, col futuro, invoca e assume le forme di grandi donne
moderne e contemporanee: Eleonora Duse, Franca Valeri e la Monnalisa del porno: Moana.
Sulla scia delle produzioni di Teatrosophia che l’anno scorso hanno avuto grande successo
lasciando pubblico e critica col desiderio di volerli ritrovare nel nuovo cartellone, ecco che torna la
co-produzione I Vetri blu/Teatrosophia/La Parabola E’ SEMPLICE che sarà in scena dal 27
novembre al 1 dicembre. Commedia scritta da Ilenia Costanza che è anche grande protagonista in
scena insieme alla bravissima Marta Iacopini e alla sorprendente Lorena Vetro. Quest’ultima è
anche autrice delle musiche suonate dal vivo ed interprete di grande spessore.
Emma ha lasciato la sua vita londinese per rimettere in piedi lo storico night club romano dei suoi
genitori e a cinquant’anni suonati si ritrova in un mondo che non le appartiene più, per prendersi
cura di Andrea, sua sorella, quarantenne, autistica, quasi estranea, e probabilmente delusa da
quella sorella maggiore che si è sempre vergognata di lei. Alice invece i cinquanta li ha anche
superati; attrice talentuosa, donna più o meno risolta, sagace e briosa, ha bisogno di “cambiare
aria” e cerca lavoro nella capitale. Ma un acquazzone autunnale scompiglia le loro labili certezze
e ne incasina le priorità.
Sarà Andrea, seppur nel suo – a tratti assordante – silenzio, a guidare la storia attraverso le sue
emozioni, i suoi occhi e la sua musica; sarà lei a riscoprire (o scoprire) l’amore per la sorella e
perfino a conquistarne l’affetto. E sarà lei a scandire il tic tac del cuore del pubblico.
Una commedia dolce, una storia normale che pone delicatamente l’attenzione su aspetti sociali
scomodi. Un racconto che diverte e commuove, esplorando a bassa voce e con ironia l’umana
difficoltà di accogliersi e di comprendere che non esiste ormai né mai, perché l’amore è amore. Ed
è semplice.
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Un altro appuntamento fisso al quale Teatrosophia non rinuncia è quello col Teatro Multilingue,
l’unica compagnia che crea spettacoli recitati in più lingue contemporaneamente e che continua a
mietere successi in tutta Europa. La prima delle due produzioni con cui sarà presente nel nuovo
cartellone è A LUCKY SIESTA, dal 12 al 15 dicembre. Autore del testo è Francesco Baj. La
regia è di Flavio Marigliani. Le 4 attrici protagoniste sono: Martina Angelucci, Felipe Jaroba,
Duné Medros, Tracy Walsh Caputo.
Una ragazza romana appena rientrata in città, il suo ragazzo cileno che l’ha seguita, un’americana
più grande di loro in cerca di una nuova vita e, da qualche settimana, una ragazza dalla Francia di
origini iraniane… una barzelletta? No, i quattro improbabili coinquilini in un appartamento del
centro di Roma. Per scherzo giocano al lotto, e vincono, ma lo scherzo finisce quando, al risveglio
dopo una notte di baldorie, il biglietto vincente è scomparso. Chi ce l’ha? inizia così un viaggio,
multilingue, attraverso la penisola, dalla Città Eterna verso nord, per attraversare le Alpi…
A chiudere la prima parte della nuova stagione di ci pensa La Compagnia Australe, un gruppo di
giovani e talentuosi artisti che approda per la prima volta a Teatrosophia. Saranno in scena con lo
spettacolo NEVISCHIO dal 19 al 22 dicembre. Autori della drammaturgia sono: Daniele Veroli e
Elena Cifola. La regia è di Matteo Fasanella. Ben 5 i protagonisti in scena: Antonio Buonocunto,
Carmelita Luciani, Nunzia Ambrosio, Marianna Petronzi, Lorenzo Martinelli.
Tre sorelle costrette a passare insieme 24 ore ogni anno. Questo incontro è l’unica condizione per
poter usufruire dell’eredità materna. Nelle ultime 24 ore prima di poter finalmente ricevere
l’eredità, le sorelle si riuniscono nella casa di una delle tre, Anna. Una violenta tempesta di neve le
costringe a trascorrere più tempo del previsto insieme, poiché il notaio non riesce ad arrivare.
Sono così obbligate a confrontarsi, facendo emergere segreti e verità nascoste da tempo.
Scopriranno lati sconosciuti l’una dell’altra e saranno costrette a fare i conti con il loro passato e il
legame familiare che le unisce. “Nevischio” è una riflessione profonda sui rapporti familiari, la
memoria e il perdono e rappresenta un invito a guardare oltre le apparenze e a riconoscere la
verità nelle proprie relazioni familiari.
Sarà Mauro Toscanelli, artista di calibro della scena teatrale romana ed affezionato di Teatrosophia
ad aprire la seconda parte della nuova stagione. Lo farà con un impegnativo ed intenso monologo,
IL NATALE DI HARRY di Steven Berkoff dal 16 al 19 gennaio. La regia è di Antonio Foti.
Harry e’ fortemente attratto da una parodia di vita, priva di sentimenti e ricca di egoismo. Ma
quando la solitudine si rivela una realtà perché i suoi rapporti si sono svuotati di significato e si
sono ridotti a grottesca e comica ripetitività, allora, e solo allora, si rende conto della sua totale
chiusura verso il mondo intero. Mancano quattro giorni al Natale e la paura di restare in completa
solitudine, lo porterà ad analizzare tutta la sua esistenza.
Dal 23 al 26 gennaio e dal 30 gennaio al 2 febbraio nuovissima produzione firmata
Teatrosophia.
Un testo inedito scritto da Marco Buzzi Maresca. Due animali da palcoscenico: Serena Borelli e
Gianni De Feo, quest’ultimo anche regista dello spettacolo. Preziosi poi gli interventi musicali di
Theo Allegretti e la cura delle coreografie da parte di Maria Concetta Borgese che avrà anche il
ruolo di aiuto regia. In scena per 8 repliche, BIANCO (il volto di Jackson Pollock e Lee
Krasner).
Sullo sfondo l’America degli anni ’40/’50, delle infinite pianure, degli infiniti oceani, del jazz e
della bomba di Hiroshima. Del New Deal ma anche dell’incipiente caccia alle streghe del
maccartismo. E’ l’America delle vicende eroiche dell’avanguardia artistica che migrava
dall’Europa al nuovo mondo. Questo è il palcoscenico silente del tormento di Jackson Pollock, il
gigante dell’espressionismo astratto e dell’action painting.
Sul bianco delle tele, sul bianco del silenzio, sul bianco di una solitudine infinita, Jackson Pollock e
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Lee Krasner urlano, danzano, sussurrano la loro simbiosi, il loro amore, il loro disperato lento
allontanarsi.
Pollock non ce la fa a reggere la tensione dell’arte e del successo. Non ce la fa a cercare solo se
stesso. Lee Krasner – compagna e artista non meno importante – non ce la fa a farlo essere e a non
essere. E mentre la nave si inabissa, parte per la propria tristezza. Nasce. Rinasce a se stessa.
Indiscusso protagonista della scena teatrale romana, fa il suo ingresso a Teatrosophia Antonello
Avallone, attore noto per la sua versatilità e che sul palcoscenico di Via della Vetrina porterà una
storia d’amore, deliziosa e comicissima. Si tratta di MISDIRECTED (Maleindirizzata) di Joe
Borini. È lo stesso Avallone a dirigerla. In scena con lui Francesca Cati.
Storia d’amore ambientata nel Far West. Alla fine dell’Ottocento in una vecchia baracca nel
deserto del Nevada, una zitella di buona famiglia, arrivata nell’ovest per prendere marito, sbaglia
indirizzo e viene a sconvolgere la vita di un rude cow-boy che vive isolato dal mondo da più di
cinque anni, in compagnia del suo cane da caccia e del suo cavallo.
Un affascinante e inedito quadretto comico-amoroso in un periodo storico dove protagonisti erano
gli audaci e indifesi pionieri, che poi altro non erano che contadini immigrati europei senza un
soldo alla ricerca di terra, guidati a ovest da avventurieri di buon cuore, attaccati da indiani
cattivi, salvati dal 7° cavalleggeri…etc…etc.
Gli artisti della Dark Side Theatre company fanno il bis e tornano nella seconda parte della
stagione con uno spettacolo “storico” che sarà in scena per ben 10 repliche. Si tratta di
GIOVANNA DARK tratto da: A. Birkin, L. Besson, G. B. Shaw che occuperà (e sconvolgerà) il
palcoscenico dal 19 al 23 febbraio e dal 26 febbraio al 2 marzo. Con: Virna Zorzan, Alessio
Giusto, Pietro Bovi, Lorenzo Martinelli, Diana Forlani, Matteo Fasanella e…Guido Lomoro.
A dirigere la lunga schiera degli attori ancora una volta Matteo Fasanella.
Visionaria? Eretica? Medium? Condottiera? Strega? Santa, 478 anni dopo. Giovanna D’arco, la
Pulzella d’Orlèans, nel periodo più infuocato della “Guerra dei Cent’anni”, riuscì a farsi
accreditare presso la corte francese grazie a un carisma straordinario. Condusse varie offensive
contro gli inglesi e ottenne due storiche vittorie ad Orlèans e a Patay, permettendo all’esercito
francese di conquistare il territorio fino a Reims e al Delfino di Francia di diventare re Carlo VII.
Successivamente patti politici tra potenti e una controversa intercessione della Chiesa Cattolica
(allora ancora unita) portarono Giovanna, tra il 1430 e il 1431, ad essere catturata, condannata ed
arsa viva. Questa è la storia. Ma chi era davvero Giovanna D’arco? Cosa muoveva la sua
passione? Uno dei personaggi più sofisticati e misteriosi della storia dell’umanità, sempre in bilico
tra oscuro e divino, 115 anni dopo una beatificazione che sa più di appropriazione di fatti storici
che di risposta.
Per il terzo anno consecutivo fanno parte del cartellone di Teatrosophia. Sono i bravissimi artisti
della compagnia Ars 29 che vedremo dal 6 al 9 marzo. Una nuova produzione con un lunghissimo
titolo! Storia di un singolo che diventa improvvisamente duo e poi trio (Manuale per la
sopravvivenza). Scritto e diretto da Massimiliano Auci. Con: Giorgia Serrao e Massimiliano
Auci.
Cosa succede quando due attori decidono di mettere su famiglia in un paese come l’Italia? La linea
che divide l’amore per il proprio lavoro e l’amore per la propria famiglia potrebbe allargarsi fino
a diventare un confine invalicabile, o potrebbe diventare un ponte per la nostra felicità? Le vicende
personali e professionali di Max e Giorgia si scontrano e si intrecciano nella commedia della vita,
mettendoli davanti alla grande differenza tra realtà e Teatro; la vita non fa prova generale.
Altra nuova e gradita presenza a Teatrosophia. Dal 12 al 16 marzo la compagnia PIANO ZERO
TEATRO sarà in scena con Come un salmone. La pièce è stata scritta e diretta da Valerio
Palozza. In scena: Tiziano Di Sora e Gabriele Cantando Pascali.
Un uomo solo, al centro della scena è in attesa che la sua storia inizi ad essere raccontata.
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L’animo in tormento è in lotta con la carne stanca. Il Boia (Alfio), considerato il sicario per
eccellenza di Roma, si trova in uno spazio non ben definito, una chiesa sconsacrata. E’ solo e in
lotta con se stesso. Proprio quando sembra aver deciso il da farsi viene interrotto dall’ingresso di
uno sconosciuto. Un ragazzo armato, che sta scappando, non si sa da chi o da cosa. Senza saperlo,
Luca (detto Er Cane) cade nella tela del ragno. Alfio non gli darà modo di andarsene. Inizia così
un susseguirsi di domande, racconti, confronti fisici e mentali, incentrati su temi intimi e personali.
Tutto questo li porterà a fare i conti con il loro diario emotivo. “Come un salmone” vuole essere
una parabola sulla condizione umana in una situazione possibile ma non probabile, dove due
uomini si spogliano dei propri fantasmi interiori. È il racconto di due anime che per un frangente
di vita si intrecciano finendo per contaminare ognuno la vita dell’altro.
Secondo felice appuntamento della stagione con il Teatro Multilingue che dal 20 al 23 marzo
presenta HE PERDIDO A MARSEILLE (2 APRILE 1939). Il testo ancora una volta è stato
scritto da Francesco Baj e la regia è di nuovo del poliedrico Flavio Marigliani. Protagoniste in
scena: Mayil Georgi Nieto, Anita Tenerelli, Francesca Maurino.
È mattina presto al Vieux Port di Marsiglia il 2 aprile del 1939. María Luisa, rifugiata spagnola da
poco giunta in Francia, cerca il suo gatto Marseille al porto. All’improvviso, in momenti diversi, le
si avvicinano due ragazze con una richiesta molto importante. Le ascolterà? Le aiuterà? E riuscirà
a trovare il suo gatto Marseille?
Tre donne al vecchio porto di un vecchio continente in preda a guerre continue, in una storia
multilingue di lotta per la libertà e sopravvivenza personale.
Lui non può e non deve mancare. Perché è uno dei maggiori drammaturghi contemporanei oltre che
un interprete ed intrattenitore di assoluta eccezione. Perché ormai è un amico affezionato di
Teatrosophia. Parliamo di Giuseppe Manfridi che dal 27 al 30 marzo troverete in scena con LE
FAVOLETTE DI WITTGENSTEIN. Di e con Giuseppe Manfridi. Regia di Claudio
Boccaccini. Installazione scenica a cura di Antonella Rebecchini.
Seduto su una sdraio nel suo studiolo a Cambridge, Wittgenstein tutte le domeniche mattina tiene
delle lezioni per una ristretta cerchia di allievi prediletti e da cui è a sua volta prediletto. In realtà,
le sue sono favolette. A volte astruse, a vuole banalissime. Ma poi, son davvero sue? E lui è davvero
lui, o un suo magico doppio a cui viene qui concesso quanto l’altro Wittgenstein ha sempre sognato
di fare, ovvero: formulare un sistema filosofico composto di sole battute spiritose?
Nel magico spazio ideato da Antonella Rebecchini, Giuseppe Manfridi si fa alter ego di questo
doppio.
Margot Theatre Company. Fin dalla loro prima apparizione a Teatrosophia hanno mietuto un
successo dopo l’altro grazie al loro talento ed alla loro professionalità. E naturalmente tornano nella
nuova stagione con un nuovo progetto. Si tratta di DNA di Dennis Kelly, in scena dal 3 al 6 aprile.
Il cast, composto dai bravissimi attori della Margot, sarà diretto da Valentina Cognatti.
Adam è scomparso, caduto in un pozzo in disuso, mentre i suoi amici si divertivano a lanciargli
pietre. Ognuno si sente colpevole, ma nessuno vuole essere scoperto. Per questo i ragazzi mettono
in atto un piano per allontanare i sospetti e inscenare il crimine perfetto.
Le tensioni nel gruppo sembrano allentarsi, quando un imprevisto rimescola le carte, rompendo i
nuovi equilibri di questa micro-società senza regole, modificando gerarchie e lotte di potere
all’interno del branco.
DNA è breve, acuto, scioccante: è un’analisi feroce e profonda di come la noia, la paura e il senso
di inadeguatezza operino sulle dinamiche di gruppo. L’interesse personale, la pressione dei
compagni e l’incapacità di provare empatia per gli altri muovono i personaggi in percorsi di vita
già stabiliti, percepiti come necessari e inevitabili, ma che lentamente portano alla morte dei
sentimenti sinceri e dei rapporti umani più puri.
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Il successo chiama successo. Di aprile in aprile. Insomma un’altra produzione di Teatrosophia
(questa volta con Gruppo E-Motion) non può non tornare a calcare il proprio palcoscenico. Uno
spettacolo “figlio” di Maria Concetta Borgese e Guido Lomoro: la perfetta fusione tra parola e
corpo. Dal 10 al 13 aprile torna PIEDI NUDI E PAROLE CRUDE di Antonio Veneziani.
Adattato, diretto e interpretato da Maria Concetta Borgese e Guido Lomoro. Coreografie: Maria
Concetta Borgese. Con Gea Lucetti. Musiche originali eseguite dal vivo: Theo Allegretti.
Empatia e simbiosi. Quelli tra il poeta con le sue parole crude e la ballerina con i suoi piedi nudi.
Un vortice di parole poetiche e movimento uniti in un’unica armonia che va a fondersi con la
musica. Si toccano le corde più profonde ed estreme di due anime, bisognose l’una dell’altra,
complici nell’esplorare tutte le sfumature del pensiero e dell’esistenza, nell’affondare se stesse in
tutti i colori, dai più tetri ai più sorridenti, del percorso umano. La consapevolezza di sé, dei propri
limiti ma anche delle proprie possibilità. L’accettazione dell’altro guardando a sé stessi con severa
magnanimità. L’esplorazione di spiragli di vita. La costruzione di un futuro fragile ma ricco di sé
stessi. Il tentativo di camminare insieme per sempre. Ma anche di saper percorrere in solitudine il
proprio cammino. Sempre con la certezza che l’alito dell’altro saprà scaldare i propri passi.
Una storia vera che, proprio perché così profondamente mescolata al sangue e alla carne di
ognuno, non poteva che essere raccontata con le parole della poesia. E con quelle del corpo.
Secondo appuntamento della stagione con Mauro Toscanelli che presenta a Teatrosophia
l’omaggio ad una delle più grandi interpreti della musica italiana di tutti i tempi: Mia Martini.
Dall’8 all’1 1maggio in scena QUESTI MIEI PENSIERI (Tributo a Mimì), Scritto e diretto da
Mauro Toscanelli Con: Mauro Toscanelli (voce), Andrea Causapruna (Chitarre e Percussioni),
Adriano D’Amico (Tastiere).
Il personale omaggio a Mia Martini ad opera di Mauro Toscanelli ha l’obiettivo di offrire al
pubblico un tassello ulteriore per conoscere un’artista che nell’infinito ha costruito la sua dimora.
Il recital si propone di portare alla luce alcuni brani che sono quasi o del tutto sconosciuti al
grande pubblico, come una sorta di antico scrigno prezioso trovato per caso in una soffitta e dal
quale emergono perle musicali forse ancor più intrise di valore artistico rispetto ai brani
universalmente noti. Queste perle preziose e rare si alterneranno ad aneddoti di vita umana e
professionale.
Mimì ebbe il grosso merito di aggiungere nell’interpretazione la dimensione dell’anima. A questo
va aggiunto il suo alto senso della Libertà che la condusse in territori tempestati di amarezza,
emarginazione e solitudine.
Questo tributo intende entrare in punta di piedi proprio negli interstizi di quegli attimi di
sofferenza.
Un viaggio che Teatrosophia ha voluto proseguire ed approfondire. Per questo motivo torna nel
nuovo cartellone, dopo il successo clamoroso dello scorso anno, KARIBUNI (Il sangue è rosso
per tutti) che sarà in scena dal 14 al 18 maggio. Karibuni è tratto dall’omonimo libro di Giancarlo
Di Giacinto e vede in scena lo stesso Giancarlo Di Giacinto con Bruno Petrosino che ne ha
curato adattamento e regia. Le musiche originalie seguite dal vivo sono di Andrea Causapruna.
KARIBUNI (in swahili, “benvenuti”) raccoglie il bagaglio sensoriale, immaginifico ed emotivo di
Giancarlo Di Giacinto, accumulato e vissuto nei suoi viaggi in Africa tra gli anni ‘60 e 2000.
Con l’ausilio della musicalità dello swahili e una sperimentazione sonora si vuole entrare in un
mondo di altri tempi (o forse non tanto) per raccontarne la poesia, le tracce di una cultura e un
pensiero diversi, ma che ancestralmente appartiene a tutti.
Giancarlo ci riporta al presente la sua avventura, affiancato dal suo alter-ego del passato, che si
sdoppia e si fa musica, danza, lingua, stoffe, fotografie, persone care, oggetti rari e lontani. É
quella la “vera” Africa presente sulla scena: la “sua” Africa.
L’intento è di donare al racconto una dimensionalità ulteriore, di portarlo a noi per creare un
connubio con quello che noi già siamo, senza mai tradirlo del tutto, ma rinnovandolo. Il tema di
fondo è l’INCONTRO con l’Africa. Noi, per come siamo, e l’Africa.
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Dopo i risultati ottenuti nella scorsa stagione in termini di pubblico, critica e crescita personale degli
attori coinvolti, arrivano in scena nel nuovo cartellone alcuni dei nuovi diplomati (anno 2024)
dell’Accademia Beatrice Bracco. Rimane dunque lo scopo di offrire un’opportunità ad attori neo-
diplomati che sono all’inizio del loro percorso lavorativo: per loro un’esperienza reale di quello che
sarà il loro mestiere unita alla possibilità di accrescere il loro bagaglio di conoscenze. Un’ottica che
da sempre appartiene a Teatrosophia e al suo direttore. Il progetto teatrale è in fase di elaborazione e
sarà in scena dal 22 al 25 maggio. Con: Stefania Cancelliere, Serena Ferraro, Gennaro Russo
Regia: Guido Lomoro Movimenti scenici e coreografie: Maria Concetta Borgese
Teatrosophia
Roma- Via della Vetrina 7
Tel: 06 68801089 / 353 3925682
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