Dal 15 dicembre la mostra “I ROMANISTI.
Cenacoli e vita artistica da Trastevere al Tridente (1929 – 1940)”
Fino al 4 giugno 2023 al Museo di Roma in Trastevere in esposizione
circa 100 opere per ripercorrere la storia e la vitalità della cultura “romanista”
Roma, 14 dicembre 2022 – La vita e la cultura a Roma tra la fine degli anni Venti e il 1940, nella prospettiva specifica dei “Romanisti”, ossia studiosi, accademici e cultori della città, sarà al centro della mostra “I ROMANISTI. Cenacoli e vita artistica da Trastevere al Tridente (1929 – 1940)”, ospitata dal 15 dicembre 2022 al 4 giugno 2023al Museo di Roma in Trastevere.
L’esposizione, a cura di Roberta Perfetti e Silvia Telmon, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la collaborazione del Gruppo dei Romanisti. Organizzazionedi Zètema Progetto Cultura.
Nel decennio 1929-1940 prendono vita e si diffondono, in diversi cenacoli e salotti letterari della capitale, l’appassionato studio e la vivace promozione della cultura “romanista”, intesa nella più ampia accezione dei fenomeni letterari, artistici, antiquari e di spettacolo. Ne sono promotori numerosi intellettuali romani e stranieri, costituitisi spontaneamente in un circolo di amici – inizialmente conosciuti come Romani della Cisterna – che accrescendosi per tappe successive con altri apporti, acquisiranno una fisionomia stabile alla fine degli anni Trenta e costituiranno ufficialmente il sodalizio denominato “Gruppo dei Romanisti”.
Gli aderenti al Gruppo sono decisi ad operare per il progresso degli studi su Roma e la loro divulgazione e per mantenere vivo, in ogni campo, lo spirito della romanità, mettendone in luce il patrimonio storico-artistico, le vicende, gli uomini illustri, le tradizioni, il dialetto.
Il percorso espositivo è articolato in 5 sezionie circa 100 opere tra pittura, scultura, grafica, fotografia e documenti, provenienti in gran parte dal Museo di Roma, dalla Galleria d’Arte Moderna, dal Museo di Roma in Trastevere e dai Fondi Trilussa della Sovrintendenza Capitolina e dall’archivio del Gruppo dei Romanisti.
La mostra si apre con la prima sezione, dal titolo Romani della Cisterna, che introduce l’Osteria della Cisterna in Trastevere, il luogo dove nel 1929 affiora l’idea di fondare il cenacolo di romani autentici. I fondatori furono: Ettore Petrolini, Trilussa, Augusto Jandolo, Giuseppe Ceccarelli, Vitaliano Rotellini, Ettore Veo, Franco Liberati e Ignazio Mascalchi. Durante i pasti, sempre rumorosi e animati, s’intrecciavano discussioni su questioni artistiche, letterarie o archeologiche, trasformando l’osteria in un’accademia.
La seconda sezione, dal titolo La passione antiquaria, illustra come negli anni Trenta Roma assista a un’eccezionale espansione urbanistica che comporta interventi di demolizione radicale. Nasce, così, da tanti illustri antichisti, archeologi e storici dell’arte come Ferdinando Castagnoli, Massimo Pallottino, Carlo Pietrangeli, Pietro Romanelli, Richard Krautheimer, Antonio Muñoz, Diego Angeli, sostenitori del Gruppo dei Romanisti, la necessità di preservare e restaurare il vasto patrimonio archeologico e artistico.
Il percorso espositivo prosegue con la terza sezione, dal titolo Con Trilussa. Cofondatore del primo nucleo dei Romanisti della Cisterna e grande amico di Ettore Petrolini, Carlo Alberto Camillo Salustri, con lo pseudonimo anagrammatico di Trilussa, è stato un vero protagonista della cultura romana negli anni Trenta: come poeta, scrittore e giornalista ha prodotto un notevole patrimonio composto, tra l’altro, dai circa 11.000 documenti, opere d’arte, fotografie, libri, lettere conservati presso il Museo di Roma in Trastevere, che permettono di ricostruire il clima e la moda dell’epoca.
In particolare, i rapporti instaurati nel corso della sua vita con alcune personalità di indiscusso rilievo come Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Massimo Bontempelli, Filippo Tommaso Marinetti e Giacomo Balla, raccontano quanto fosse brillante la vita culturale romana, magari creata nelle conviviali romaniste in osteria, rompendo dialetticamente la propaganda ufficiale.
Allestita nella “Sala del Pianoforte”, la quarta sezione – In Atelier – racconta come negli anni Trenta molti artisti romani e residenti nella capitale si dedicassero alla pittura di paesaggio urbano, rappresentando una parte della città medioevale distrutta per far posto alla Roma fascista. L’interpretazione visionaria dell’Urbe si apprezza in una pittura elaborata e senza contorno, dove la variazione dei toni di luce rarefatti e gli schizzi di colore evocano il mutamento solido della città, mentre l’atmosfera ne tradisce il trasporto emotivo.
Orazio Amato, Carlo Alberto Petrucci, Orfeo Tamburi, Diego Angeli in veste di pittore, sono solo alcuni degli artisti presenti all’interno del sodalizio dei Romanisti e, insieme a Duilio Cambellotti e Antonio Barrera, stretti collaboratori delle iniziative culturali organizzate dai fondatori dei Romani della Cisterna, hanno assistito alla trasformazione culturale di Roma nei primi decenni del Novecento.
Infine, l’ultima sezione, dal titolo Il Gruppo dei Romanisti, ripercorre la nascita ufficiale del sodalizio. Nello studio in Via Margutta dell’antiquario e poeta Augusto Jandolo, dove presto le riunioni iniziarono a svolgersi con regolarità, il primo mercoledì di ogni mese, nacque anche nel 1940 la pubblicazione annuale della “Strenna dei Romanisti”, il cui primo numero, di circa 100 pagine, può essere ammirato in mostra. Ancora oggi l’antologia, con articoli, saggi, storie, poesie, memorie e illustrazioni di argomento romano, viene tradizionalmente consegnata dai Romanisti al sindaco il 21 aprile, Natale di Roma, come omaggio e testimonianza degli studi e della passione per la città.
A corredo della mostra, da gennaio a maggio 2023, verrà proposto anche il ciclo di incontri “Il Gruppo dei Romanisti si racconta”,ideato ecoordinato da Donato Tamblé, Presidente del Gruppo dei Romanisti. Questo programma di conferenze, reading e concerti offrirà l’occasione per approfondire l’orizzonte documentario e narrativo del mondo dei Romanisti fino ai giorni nostri.