a cura di Oriano Bertoloni redazione Terza Pagina Magazine

Per molti secoli l’antica Roma non ha avuto bisogno di barriere difensive. Per essere precisi ne ha avuto necessità solo prima di annettersi l’intero territorio italiano e tutto ciò che riuscì a conquistare nel mondo conosciuto (Inghilterra compresa). Le modeste mura serviane, nel VI secolo a.C., avevano una limitata funzione difensiva e restarono le stesse per secoli, nonostante la grande espansione della città oltre la loro cinta. I re e gli imperatori che seguirono, dopo la loro costruzione, per centinaia di anni ignorarono il problema. I confini remoti dei propri possedimenti garantivano alla capitale l’impenetrabilità assoluta.

Dobbiamo arrivare al 270° d.C. perché l’imperatore Aureliano, impaurito dalle frequenti incursioni barbariche, decidesse di far erigere una adeguata protezione muraria che contenesse l’intera area abitativa. L’immensa estensione dell’impero non era più una garanzia di sicurezza!

Se si dovesse chiedere in un sondaggio qual è il monumento più grande dell’epoca antica a Roma, in molti risponderebbero forse il Colosseo o il Circo Massimo. Penso che la maggioranza punterebbe sull’insieme dei Fori, repubblicani ed imperiali, che costituiscono uno dei siti archeologici più vasti e visitati. In realtà, sono le mura aureliane, con la lunghezza complessiva che sfiorava i venti chilometri a primeggiare. Oggi sono rimaste intatte per oltre dodici chilometri! E’ la cinta muraria dell’antichità più estesa e meglio conservata al mondo.

 L’opera difensiva è alta da dieci a quindici metri, e ha uno spessore di 3,5 metri. Ogni trenta metri è interrotta da alte torri quadrate (in numero di 383), al cui interno venivano conservate le macchine da guerra più sofisticate per l’epoca, insieme ad arsenali di armi e ogni genere di scudi protettivi. Il camminamento superiore serviva per l’osservazione a distanza, mentre in basso un infinito corridoio permetteva ai soldati di spostarsi velocemente ove fosse necessario. La città assediata, grazie ad acquedotti che venivano celati alla vista dei nemici da costruzioni sotterranee, poteva essere rifornita d’acqua senza problemi. Anche il Tevere, opportunamente protetto da sbarramenti difensivi, continuava a scorrere all’interno della più grande città al mondo, che aveva oltre un milione di abitanti!

Il traffico in entrata ed uscita da quella antica metropoli, aveva bisogno di porte ampie e multiple, in modo da impedire l’ingolfamento di carri e cavalli. Il doppio senso di marcia fu probabilmente inventato in quel periodo! Quattordici erano gli ingressi principali, alcuni impreziositi da portali e torri cilindriche di raffinata bellezza architettonica.

Da tempo si sta cercando di attivare una serie di camminamenti per il pubblico. Alcuni tratti sono già agibili.  Tra qualche anno, se la volontà di continuare a rendere godibile un’opera così straordinaria continuerà a produrre risultati, fare lunghe passeggiate sulle mura di Roma, potrebbe diventare un itinerario irresistibile per i turisti e gli stessi abitanti della città eterna.

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