Il 25 aprile del 2021, ignoti danneggiarono uno dei monumenti più grandi ed importanti
del Novecento italiano: il Monumento alla Resistenza di Cuneo. Alto venti metri, largo
diciassette e composto da ventiquattro tonnellate di bronzo, non ha l’aspetto di un
simbolo celebrativo. Mostra una forma spaziale, simile all’esplosione di guglie di cristallo
nello spazio, come proiezione ideale verso la libertà. Quel vile gesto, riportò il nome
dell’autore in auge: Umberto Mastroianni.


Ad Arpino, sorge un museo a lui dedicato, sede della Fondazione omonima. Il Castello
di Ladislao, splendida rocca che prende il nome dal re di Napoli Ladislao I (1376-1414),
fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone, per accogliere la cospicua
donazione voluta dal grande artista. Oltre ottanta opere tra sculture, dipinti e grafiche,
costituiscono una retrospettiva esauriente delle fasi che attraversò Mastroianni. Dai
primi lavori giovanili, improntati ad un classicismo indotto dal periodo post accademico,
l’artista approdò negli Anni Quaranta ad una svolta severa, utilizzando materiali poveri e
mutuando dai Futuristi le prime ricerche astratte. Boccioni, con la sua genialità
prorompente, deve avere affascinato il giovane assetato del nuovo soprattutto nella
scultura. Mastroianni era attratto anche dal Cubismo, che in scultura prevedeva, come
nella pittura, la scomposizione dei piani più che la ricerca dello stile morbido. Fascista in
gioventù, allo scoppio della guerra abbracciò la Resistenza, svolgendo il suo ruolo di
combattente nel cuneese. Negli Anni Cinquanta, aderì al movimento nazionale
“L’informale”, come logica conseguenza delle sue sperimentazioni post astrattiste. Nel
1958, alla Biennale di Venezia, ottenne il Gran Premio Nazionale della Scultura. Giulio
Carlo Argan scrisse: “Mastroianni fa esplodere la figura nello spazio, la configura
all’istante della conflagrazione.
Acclamato dalla critica come uno dei maggiori interpreti della scultura italiana, fu
subissato di richieste per opere pubbliche dedicate alla Resistenza. Forse ne produsse
troppe, al punto che finì per essere relegato a quel ruolo e considerato dai suoi detrattori
un artista troppo schierato. Dopo l’attentato al suo monumento forse più bello, tornò ad
essere giustamente rivalutato. Nel museo di Arpino, è possibile scoprire il Mastroianni
dedito anche a temi meno simbolici e più spirituali. Una sezione è dedicata agli altri
Mastroianni della sua famiglia (molti artisti ed artigiani). Era lo zio di Marcello, uno dei più
grandi attori del nostro cinema.
Castello di Ladislao – Piazza Caduti dell’aria – Arpino (Frosinone)
Informazioni, per i giorni di apertura ed orari: 0776 848105 – info@fondazionemastroianni.it

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