Proiezione ufficiale martedì 25 marzo ore 19.00 – Multicinema Galleria – Al termine Q&A con il regista Guido Chiesa e la sceneggiatrice Nicoletta Micheli

Prodotto da Colorado Film Production e Vivo film con Rai Cinema,con il sostegno del MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Distribuzione Fandango

Con Mili Avital, Ana Ularu, Ori Pfeffer, Alban Ukaj, Marc Rissmann, Serhii Kysil, Anastasia Doaga, Sira Topic, Limor Goldstein e con Vincenzo Nemolato. Con la partecipazione di Menashe Noy e Moni Moshonov. Anni ’70. Esther, un’inquieta quarantenne americana, alla morte della madre riceve una lettera: deve trovare una donna vissuta negli anni ’30 in Palestina – all’epoca sotto mandato britannico – che nasconde un segreto sulla sua vita. Arrivata in Israele, Esther è aiutata nella sua ricerca da Zayde, un professore dal passato ingombrante. Anni ’30. Un villaggio di coloni, l’atmosfera di un mondo nuovo. Il contadino Moshe, rimasto vedovo con due bambini, chiama a dargli una mano una giovane donna, Yehudit, che sconvolge la sua vita e quella di altri due uomini, il sognatore Yaakov e il commerciante Globerman. Intrecciando i fili che legano passato e presente, Esther e Zayde scopriranno una sorprendente verità sulle proprie vite. Racconta Guido Chiesa: Nel film c’è un mistero che coinvolge due donne, legate da un filo invisibile eppure indissolubile. Una, Yehudit, è vissuta negli anni ’30 in un villaggio rurale dove il suo arrivo ha scatenato una bizzarra saga amorosa. L’altra, Esther, è un’americana senza alcun legame con la terra dove è nata, pessimi rapporti famigliari e una vita senza centro. La vicenda degli anni ’30 è tratta dal romanzo “The Loves Of Judith” di Meir Shalev, uno dei massimi esponenti della letteratura israeliana del ‘900.

L’indagine di Esther, liberamente ispirata dal libro, è invece frutto della nostra invenzione e rappresenta, per certi aspetti, il nostro punto di vista di italiani, lontani dalla cultura e dall’esperienza di quegli ebrei che all’inizio del ‘900 lasciarono l’Europa per sfuggire alle persecuzioni, con il progetto di costruire una nuova società, egualitaria e solidale. Eppure, nonostante la distanza che ci divide, in questa storia abbiamo rintracciato qualcosa in grado di interrogarci profondamente, perché, come tutte le grandi storie, tocca temi universali. Temi che ci hanno permesso di intraprendere un viaggio incontro alle diverse facce dell’amore. Mostrando quanto sia doloroso, e allo stesso tempo fondamentale, scoprire la verità della propria storia. E alla fine, Esther e Zayde, dopo aver ripercorso lo stesso cammino di amore, morte e rinascita dei loro antenati, comprendono l’importanza di entrare nella vita con empatia, con tutte le sue cadute e i suoi drammi. Non è un film politico, eppure il senso profondo che lo attraversa può assumere un valore altamente politico: anche durante i momenti bui della storia, donne e uomini si innamorano, formano famiglie, comunità, nascono bambini. E allora non c’è più distinzione tra passato e presente, o tra culture e popoli, e possiamo riconoscerci parte di uno stesso destino comune e universale, dove è l’amore che salva.

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“I Mastri”
di Daniele De Michele (DonPasta)  – Concorso per il Cinema Italiano

Pressbook e foto: www.reggiespizzichino.com/area-stampa.asp?y=&c=1#main

Trailer: https://we.tl/t-V2ApNTmTKM e https://www.youtube.com/watch?v=eBT0KWH-WyM

Proiezione ufficiale giovedì 27 marzo ore 19.00 – Multicinema Galleria – Al termine della proiezione Q&A con il regista Daniele De Michele (DonPasta)

Sarà presentato in Concorso per il Cinema Italiano al prossimo Bif&st di Bari, I Mastri, terzo documentario, dopo I Villani e Naviganti, per il pugliese Daniele De Michele noto come DonPasta, scrittore, regista, performer, considerato dal New York Times, uno dei più inventivi attivisti del cibo. Il documentario è prodotto da Colibrì Film Audioimage in collaborazione con Rai Cinema, Vox Communication e Fermento econ il sostegno di Film Commission Regione Campania. Realizzato in parte a Novoli (Lecce), si avvale delle risorse del POC Puglia 2014/2020 – Asse VI – Azione 6.7., nell’ambito dell’intervento “Promuovere il Cinema 2024″. Con “I Mastri”, De Michele continua a studiare il patrimonio materiale e immateriale italiano attraverso un approccio antropologico. Dopo il cibo, ha perlustrato l’Italia per dieci anni alla ricerca di artigiani sparsi nella penisola, raccontando la loro strenua resistenza allo spirito del tempo che li vorrebbe prossimi all’estinzione. Sei Mastri costruiscono i loro manufatti partendo dalla materia bruta: la terra, il legno, il vetro e la pietra. La trasformano e la plasmano attraverso la forza degli elementi naturali: acqua, fuoco e aria. Due alabastrai di Volterra, una giovane liutaia napoletana, dei fabbricanti di pentole di argilla in Romagna, un costruttore di tamburi alle pendici del Vesuvio, un ragazzo senegalese che impara a fare il vetro e Murano, un maestro d’ascia veneziano. Il lavoro li porta a osservare il mondo che cambia, la chiusura delle botteghe, la produzione in serie e la fine della trasmissione dei saperi. Tutto si sintetizza in un’opera effimera e simbolica che ogni anno, da secoli, si costruisce con legno potato a Novoli, in Salento. Metafora del mito di Sisifo, della pietra che si continua a far salire nonostante tutto, perché i mastri, tenaci e orgogliosi, restano a resistere alle intemperie e a difendere l’eternità delle loro conoscenze.

Durata: 63 min

Biografia Regista
Daniele De Michele è autore dei film “I Villani”  che ha partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia 2018 , “Naviganti”, presentato alle Giornate degli Autori di Venezia  2021 e di “Geants dans ma cité” (2024) realizzato per France Télévision. In televisione collabora assiduamente con Geo and Geo (RAI3), La Prova del Cuoco (Rai 1) e la rete LaEffe. In radio è spesso invitato come opinionista a Fahreneith (Radio3), Caterpillar (Radio 2), Decanter (Radio 2) e Capital in The World (Radio Capital). Per Treccani e Corriere della Sera ha curato la serie web-tv “Le nonne d’Italia in cucina”, viaggio nelle venti regioni italiane incontrando nonne in cucina. Nel 2024 ha pubblicato “Il pranzo della domenica” (Il Saggiatore), nel 2014 Artusi Remix” (Mondadori), ed inoltre“Food sound system” (2006) e “Wine Sound System” (2009) per Kowalski-Feltrinelli; “La Parmigiana e la Rivoluzione” (2011) per Kurumuny.

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“L’occhio della Gallina – Autoritratto Di Antonietta De Lillo”
di Antonietta De Lillo – Proiezione speciale

Foto e pressbook: http://www.reggiespizzichino.com/area-stampa.asp?y=&c=1#main

Materiali e trailer: https://drive.google.com/drive/folders/112xOLRO5rUhYuArxkzXJgiTMTycUWXj-?usp=sharing

Martedì 25 marzo ore 10.00 – Multicinema Galleria – A seguire incontro sul cinema indipendente con i ragazzi e in serata Premio per il cinema indipendente dedicato a Nico Cirasola

Sarà presentato martedì 25 marzo alla sedicesima edizione del Bif&st di Bari (Multicinema Galleria ore 10.00), il film di Antonietta de Lillo “L’OCCHIO DELLA GALLINA – Autoritratto di Antonietta De Lillo” con Antonietta De Lillo, Maria De Medeiros, Carolina De Lillo Magliulo, Elisabetta Giannini, Alice Mariani, Marcello Garofalo, Luca Musella e Adele Pandolfi. Il film sceneggiato dalla stessa regista con Laura Sabatino e in collaborazione con Alice Mariani è prodotto da Marechiarofilm con il contributo del Mic, della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania. A seguire la proiezione la regista terrà una lezione/incontro sul cinema indipendente realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bari e in serata riceverà al Teatro Petruzzelli, il Premio per il cinema indipendente dedicato a Nico Cirasola, regista, attore, sceneggiatore e produttore, artista unico nel panorama cinematografico italiano, un uomo di cinema a tutto tondo che non ha mai abbandonato Bari, sua città natale, dove è tornato negli ultimi anni della sua vita. Il tour del film, che è nella short list della sezione documentari dei David di Donatello, prosegue ad Alghero dove nella Sala Conferenze de Lo Quarter, verrà proiettato il 27 Marzo mentre il 28 è prevista la proiezione de Il Resto di Niente, visioni organizzate dal Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria di Alghero.

L’occhio della Gallina è una storia di violenza e isolamento che non ha eguali nel nostro cinema. Dopo vent’anni di carriera e aver realizzato il suo miglior film, apprezzato dalla critica e considerato da alcuni un capolavoro in grado di consacrarla al grande pubblico, un’eclatante ingiustizia ha sbarrato la strada alla regista, relegandola ai margini del sistema – cinema e impedendole così di realizzare un nuovo film di finzione. Attraverso la forma dell’autoritratto, il film ripercorre in maniera libera la vita e la carriera della protagonista, alle soglie dei 40 anni dal suo primo film. Il paradosso di questa storia è rappresentato dal capovolgimento che è insito nel funzionamento dell’occhio della gallina che si chiude al contrario, dal basso verso l’alto. Allo stesso modo, mentre il cinema le viene negato, lei, ostinatamente, remando contro-corrente, ne riafferma le doti culturali e artistiche, raccontandolo anche come strumento di cura e antidoto contro l’ingiusto isolamento.

“Ho fatto questo film per necessità e con poche aspettative, non avrei mai immaginato che la prima proiezione pubblica sarebbe stata in uno dei festival più importanti del mondo. Dalla prima veneziana abbiamo ricevuto tanti piccoli no e tanti grandi sì. Non posso negare la contentezza di essere in short list ai David di Donatello, sono grata alla commissione che l’ha selezionato, l’idea che i 1800 membri dell’academy possano vedere il mio film mi fa molto piacere e ovviamente incrocio le dita. Il 25 marzo sarò con il film al Bif&st: un festival in una regione a cui sento di appartenere, dato che sono di origine pugliese. In particolare sono fiera di ricevere un premio dedicato a Nico Cirasola. Pensare a lui mi fa venire in mente che non esistono più artisti e cineasti liberi e gioiosamente fuori da qualsiasi logica commerciale come lui. Nico Cirasola era un artista puro che ha realizzato delle opere a basso budget con tanta creatività che sono convinta siano state di maggior ispirazione di molte opere più istituzionali. Sono quindi felice che Bari lo ricordi con questo premio e onorata di riceverlo, mi piacerebbe un mondo, del cinema e non solo, che tornasse ad accogliere artisti scapigliati, inafferrabili, vitali e ricchi di ironia come lui. Per il resto, la gallina, spesso in coppia con Il Resto di Niente, continua il suo tour. L’unica cosa che non è ancora successa, e mi auguro succederà, è riprendere un dialogo costruttivo con chi l’ha interrotto ormai da troppo tempo”.

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