a cura di Oriano Bertoloni per la rubrica ” I LUOGHI DELL’ ARTE “
La forma più antica di un presepio si trova a Roma, nelle catacombe di Priscilla. L’idea di rappresentare la nascita di Gesù sotto forma di stucco dipinto, venne ad un ignoto cristiano, ma si sviluppò quasi mille anni dopo.
La tradizione vuole che sia stato San Francesco d’Assisi, a Greccio, dopo un suo viaggio a Betlemme, a riunire alcuni dei suoi seguaci per mettere in scena un naturale omaggio al Natale della Cristianità. Con il tempo, si svilupparono delle forme artistiche notevoli, richieste dalla nobiltà e dalla borghesia. Roma e Napoli, insieme alle principali corti europee, si aggiudicarono le opere più straordinarie, soprattutto settecentesche. Il barocchetto invitava alla progettazione di elaborati capolavori anche nel campo delle piccole costruzioni in legno o cartapesta. I personaggi della Sacra Natività vestivano gli abiti contemporanei, misurando in maniera esplicita le disparità sociali tra le classi. I nobili e i mercanti con abiti sontuosi, i contadini, gli operai e gli artigiani con misere vesti. Ma noi vogliamo soffermarci sull’altro aspetto del presepe, che lo ha reso tanto popolare: il successo che raccolse tra le famiglie umili, che per un sincero afflato religioso ed una misurata ricerca di riscatto sociale, iniziarono a comporre piccole rappresentazioni casalinghe.
Per impostare un presepe bastano pochi elementi, anche di minime dimensioni. Molti artigiani producono le statuette in ceramica o gesso in grandi quantità, favorendo un costo accessibile. La Madonna dal manto blu, simbolo del cielo; il San Giuseppe, con abiti più vicini a quelli delle classi meno abbienti, per significare la modestia e l’onestà; il bue, simbolo del credo di origine ebraica; l’asinello, segno dei pagani vicini alla Verità; i Magi, ideali rappresentanti del potere, che omaggiano la nascita di colui che rivoluzionerà il mondo conosciuto.
La Roma contemporanea dedica a quei simboli una consolidata rilevanza. Nel Colonnato di San Pietro, ad esempio, ben cento presepi, provenienti da tutta l’Italia e da molti paesi stranieri, mostrano quanto infinito sia il moltiplicarsi delle idee scenografiche e dello spirito millenario dedicato ad un così spirituale evento. La chiesa più importante della religione cattolica, che contiene al suo interno capolavori d’arte impareggiabili, accoglie nel meraviglioso grembo esterno le espressioni multiple di un prodotto artigianale che riempie il cuore. Luci, colori, suoni, affascinano i visitatori. In tempi in cui le guerre non cessano ma si moltiplicano, in cui gli uomini massacrano i loro simili per la viltà di dittatori spietati, il messaggio di pace di quelle piccole e fragili rappresentazioni ha un significato non solo religioso. Può essere compreso da credenti e non credenti, che sognano un mondo privo di guerre e di ingiustizie.
Un grazie sentito ad un grande uomo, che da cinque anni accoglie nella sua immensa casa questa preziosa iniziativa: Papa Francesco.
In Piazza San Pietro, esposti fino all’otto gennaio.
Ingresso libero