Una vera pioniera della fotografia di strada, o street photography, HILDE LOTZ-BAUER ha fotografato l’Italia negli anni Trenta facendo arrivare fino a noi immagini uniche della vita della gente comune, dei luoghi e dei tesori artistici italiani.
Hilde Bauer (1907-1999), sposata prima Degenhart e poi Lotz, sviluppò un personale ed originale sguardo artistico durante il suo primo soggiorno in Italia tra il 1934 e il 1943. Come mise piede sulla penisola se ne innamorò perdutamente. Roma, in particolare, fu un luogo fondamentale per Hilde, vissuto e sentito fino alla fine come la sua vera casa; città che presso il Cimitero Acattolico ne conserva oggi le memorie.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Archivio Hilde Lotz-Bauer. A cura diFederica Kappler e Corinna Lotz, figlia di Hilde Lotz-Bauer. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. In collaborazione con OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA e Goethe-Institut. Media Partner Panzoo, Viviroma.it, Terza Pagina Magazine. Con il sostegno dell’Ambasciata delle Repubblica Federale di Germania, di Firecom automotive srl, Fredriksson arkitektkontor AB, di Marie-Thérèse Ficnar-Usteri e di Frances Aviva Blane
Formatasi come fotografa alla scuola di Monaco dopo aver già conseguito un Dottorato in Storia dell’Arte, arrivò a Roma alla fine del 1934 grazie ad una borsa di viaggio presso la Bibliotheca Hertziana lasciando la sua terra natale proprio mentre il nazionalsocialismo prendeva il potere.
La sua carriera è iniziata fotografando disegni per il suo primo marito Bernhard Degenhart, celebre studioso di disegno italiano. Successivamente con la sua fotografia accompagnò le ricerche di numerosi storici dell’arte; in mostra saranno esposte immagini dal progetto sui Castelli di Federico II nell’Italia meridionale diretto dallo storico dell’arte Leo Bruhns insieme a una selezione delle fotografie per il progetto sull’urbanistica fiorentina voluto dal direttore dell’istituto fiorentino Friedrich Kriegbaum. Hilde fu l’unica fotografa professionista operante presso gli Istituti Storici di Roma e Firenze, producendo immagini impeccabili di scultura, disegno, architettura e urbanistica.
Contemporaneamente, sia in occasione di progetti su commissione sia per il puro piacere della scoperta, la fotografa percorse quasi tutta l’Italia, da nord a sud, muovendosi tra la gente con la sua piccola Leica portatile catturando la vita delle città così come delle zone rurali più isolate, cogliendo quasi senza farsi notare l’umanità tutta che abitava questi territori negli anni del Ventennio fascista.
Molto del lavoro artistico della Lotz-Bauer ad oggi conosciuto è fortemente incentrato sulle occasioni quotidiane e festive, soprattutto in Abruzzo. Le donne ritratte nella serie su Scanno, immortalate nei loro costumi realizzati a mano, appaiono come opere d’arte viventi. Hilde curava con attenzione la composizione estetica e i dettagli trasformando i reportage in un’opera artistica unica, ricca di spunti personali e documentaristica anche a livello critico e sociale.
Alla fine degli anni Settanta, le fotografie di Hilde furono presentate per la prima volta in mostre a Firenze, Bonn e Londra, con buon successo da parte della critica. Nel 1993 collaborò con il fotografo Franz Schlechter, il quale restaurò e stampò 80 immagini scattate con la Leica raffiguranti persone, paesaggi e città italiane per una personale al Museo Reiss di Mannheim.
In occasione di questa esposizione si presenterà l’opera complessiva realizzata nel decennio 1934-1943 mettendo in luce e a dialogo, per la prima volta, i due maggiori aspetti della sua produzione: le commissioni per gli storici dell’arte e la fotografia di reportage, lo sguardo di storica dell’arte e quello di fotografa.