Quasi a compimento di una trilogia, la celebre commediografa e regista teatrale Anna Fraioli ha portato in scena al Teatro Marconi di Roma, domenica 2 luglio 2023, la divertente commedia brillante “A lume di candela”, da lei scritta e diretta, interpretata da un cast di valenti attori de “La Bottega dell’Attore” (laboratorio teatrale da lei stessa fondato) come Alessandro Anella, Alessandro Ciccola (anche aiuto regista), Anna Malloni, Elisabetta Madau, Ilaria Pierandrei, Ludovica Vecchiarelli, Marco Tavani, Massimo Natoli, Noemi Antonini e Wanda Orlando.


Torna, ancora una volta, il tema delle relazioni di coppia nella caricaturata difformità della sensibilità e dell’approccio comunicativo maschile e femminile. Torna, dicevamo, a compimento di un percorso ideale che l’aveva visto esplorare i meandri dell’apparente incomunicabilità del reciproco linguaggio emotivo.
La prima commedia, infatti – “Ho imparato a guardare la luna” (in scena al Teatro Ghione il 25 e 26 settembre 2021) – portava allo scoperto il conflitto tra la libertà anarchica dell’istinto passionale (dove la sensibilità “emozionale, poetica e sognatrice” rivelava la sua natura tipicamente femminile) e l’identità razionale del pensiero censore, condizionato dalle convenzioni morali e sociali, suggerendo di lasciar correre a briglia sciolta la propria identità interiore, il proprio “io bambino”, quello delle emozioni e del sogno “visionario” dei progetti e del futuro.
La seconda commedia – “Alle porte del sole”, in scena ancora al teatro Ghione il 15 ottobre 2022 – scavava nel disagio della solitudine e nell’armonia solo apparente di tante relazioni di coppia, inducendo ad una riflessione sulla facile permeabilità agli stimoli esterni e, nel contempo, sulla fragilità dei legami, anche (ancora una volta) per la difficoltà di un linguaggio comune.
“A lume di candela” chiude la trilogia affrontando direttamente ed in profondità il tema delle carenze emozionali nel rapporto di coppia – prendendo in prestito persino due icone come Romeo e Giulietta – senza per questo abbandonare la leggerezza dell’approccio narrativo e l’effervescente verve comica della sceneggiatura. Cinque “donne sull’orlo di una crisi di nervi” (il riferimento al celebre film di Pedro Almodovar non è del tutto casuale) si prodigano per l’improbabile rinascita del perduto sogno d’amore di una di loro, abbandonata da un partner “in cerca di identità”. L’ingegnoso piano metterà in luce, da un lato, l’anelito emozionale e poetico delle relazioni di coppia, che manifesta una sensibilità tipicamente femminile (e qui torna il tema della prima commedia), d’altro lato, con un finale a sorpresa, l’imprevedibilità di un sentimento inafferrabile come l’amore. Come affermava Proust “è la nostra immaginazione la causa dell’amore, non l’altra persona”. Forse, il messaggio di Anna Fraioli, chiaramente indirizzato al fronte razionale dell’universo maschile, è proprio questo: bisogna imparare a guardare la luna immaginando la luce sul suo lato nascosto, arrivare con il cuore fino alle porte del sole e poi saper trovare tutto questo, nella fievole luce di un lume di candela, negli occhi della persona amata. Ma, come ammonisce Giulietta, “non giurare sulla luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per paura che anche il tuo amore si dimostri, come la stessa luna, mutevole”.
Ci sarà mai, dunque, un linguaggio comune ed immutabile nell’amore? Probabilmente è solo un’ispirazione, ed è ancora Shakespeare a fornirci una ricetta universale: “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”.
Le commedie di Anna Fraioli, però, ci insegnano almeno una parte del vocabolario.
(Roberto Croce)

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