Noi italiani siamo orgogliosi che il dipinto più famoso al mondo, nel museo più prestigioso e
visitato, sia la Gioconda di Leonardo da Vinci al Louvre. I nuclei più apprezzati di altri musei
europei e nord americani, sono composti da dipinti e sculture del nostro paese. Generazioni di
francesi, tedeschi, statunitensi, giapponesi etc hanno sognato di raggiungere l’Italia anche per
l’influenza che ha avuto su di loro la visione di capolavori provenienti dal Bel Paese.


A Londra sono conservate sculture sottratte al Partenone di Atene, per buona parte sotto forma
di fregi stupendi eseguiti da uno dei più importanti scultori della Storia dell’Arte Occidentale:
Fidia. Da decenni i governi dello stato greco reclamano la restituzione di quei marmi. Io ho
sempre pensato che quelle opere siano state e sono ancora il maggior veicolo pubblicitario per
indurre gli inglesi a visitare la Grecia, che possiede incomparabili capolavori.
I Musei Capitolini dedicano una notevole rassegna al grande progettista, architetto, pittore e
scultore dell’epoca classica ateniese. Pericle, l’illuminato capo della Repubblica, dopo la
sconfitta dei Persiani, diede vita a una fase “rinascimentale” incredibile (molti secoli prima di
quella italiana). Affidò a Fidia l’organizzazione della costruzione del più spettacolare complesso
artistico architettonico dell’antichità, dai Propilei al Partenone. L’Acropoli di Atene è ancora oggi
il simbolo ed il faro della nostra cultura classica, da cui i romani attinsero umilmente ma con
sagacia il testimone. Conosciamo l’opera del genio greco attraverso i pochi originali e una
quantità notevole di copie che sono la dimostrazione di quanto fosse amata dai nostri antenati
quella stagione creativa straordinaria.
La mostra contiene oltre cento opere tra originali del grande artista, provenienti da collezioni
della capitale e da prestiti di musei italiani ed esteri, e copie romane notevoli. La Città di Roma
compie un atto doveroso ma non scontato nei confronti di colui che innovò la scultura in modo
sostanziale.
Ha scritto Ernst Gombrich: “Dopo la ricerca della perfezione anatomica e la poesia del corpo
maschile, Fidia attiva una nuova concezione estetico/spirituale, superando l’originaria
ispirazione religiosa. L’anelito alla perfezione puramente artistica è la chiave che solo i grandi
artisti che verranno dopo di lui sapranno cogliere e valorizzare”.
Naturalmente Fidia non è l’unico gigante della scultura greca, che annovera Policleto,
Prassitele, Skopas e molti altri artefici della grande stagione di rinnovamento. Ma non si può
negare che egli sia stato l’autore di un audace e netto distacco tra la forma e lo spirito
devozionale. Il marmo divenne con lui oggetto di una ricerca introspettiva, con velature sempre
più incisive e trasparenti. Il panneggio assunse una rilevanza quasi ossessiva, superando in
alcuni casi anche l’importanza dei volti. Molti secoli dopo, Desiderio da Settignano si ispirerà
apertamente a Fidia con i suoi “Stiacciati”. I più grandi scultori occidentali devono molto a quel
maestro così raffinato e poetico.
Fidia – Musei Capitolini – Villa Caffarelli – Roma
Aperta sino al 5 maggio 2024

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