Alberto Moravia (Il cui cognome era Pincherle, ma lui decise di adottare come
pseudonimo quello della nonna materna) è stato uno dei più grandi scrittori e saggisti
italiani del Novecento. Per molti anni venne nominato tra i possibili premi Nobel per la
letteratura. Non raggiunse il traguardo, che a nostro avviso avrebbe meritato, per
molteplici motivi. Non vorrei elencare le possibili cause, anche se è noto che soprattutto
in Italia vi fu chi pose dei veti a sostenere apertamente ed incisivamente la sua
candidatura.
Moravia interpretò pienamente la società italiana del dopoguerra, senza essere un
censore impietoso, con la lucidità e la psicologia che solo i grandi narratori possiedono.
Personaggi come Agostino, la Cesira della Ciociara, L’Adriana Silenti della Romana e
molti altri restano ancorati nel nostro animo, come espressioni di una realtà complessa e
introspettiva, ancora attuale. Il ruolo delle donne, in anticipo con i tempi, è sempre stato
primario nelle sue creazioni. Amò molto Roma e non solo per esservi nato. Pur essendo
egli capace di un linguaggio dal valore universale la sua casa, divenuta museo, ne è la
testimonianza. Egli ne fece la propria tana, da cui spaziare con la sua mente di artista
sopraffino. Si vantava di essere un lavoratore della scrittura, e si alzava presto il mattino
per adempiere al suo quotidiano mestiere. Smetteva verso l’ora di pranzo, per poi
dedicarsi nel resto della giornata alla lettura, agli amici, alla famiglia. Per chi lo apprezza
come narratore vedere il suo studio, con la macchina per scrivere inerte, suscita una
forte emozione. La grande quantità di libri, si sposa con una notevole galleria di dipinti e
disegni, molti dei quali donati da amici.
Il suo ritratto, eseguito da Renato Guttuso, è un capolavoro che da solo giustificherebbe
una visita. Lo sguardo dolce ma indagatore, esprime il carattere del grande scrittore.
Molti i dipinti di Mario Schifano, Turcato, Cagli e anche un bel “Profilo di Moravia” del
1938, eseguito da Mario Ceroli, uno dei più importanti ed originali scultori
contemporanei. Da notare una splendida “Composizione urbana” di Titina Maselli,
l’intenso “Ritratto di Moravia” di Sergio Vacchi, e molti dipinti e disegni della sorella
Adriana Pincherle. Da rilevare anche la grande quantità di maschere e piccole sculture
africane ed orientali, raccolte dallo scrittore durante i suoi numerosi viaggi, di cui
restano importanti saggi come “La Rivoluzione Culturale in Cina. Ovvero, il convitato di
pietra” del 1967. Interessante, per analizzare lo spirito di un popolo ancora oggi per noi
non semplice da decifrare.
Casa Museo Moravia – Lungotevere della Vittoria 1 – Roma
Per visite contattare il numero 06 0608