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La Lega presenta esposto alla Corte dei conti
“Quanto accaduto il 15 marzo scorso a piazza del Popolo lascia sconcertati. La manifestazione ‘Una Piazza per l’Europa – Tante città, un’unica voce’, presentata come un’iniziativa spontanea e partecipata, si è rivelata, nei fatti, un evento organizzato e pagato con 270.000 € di fondi pubblici direttamente da Roma Capitale: lo conferma la determinazione dirigenziale RH/739/2025, e la verità sta venendo a galla. Una vergogna inaudita che La Lega chiederà di discutere oggi in Aula Giulio Cesare una mozione per avere tutte le necessarie spiegazioni dal sindaco Gualtieri su quanto accaduto, e sta per depositare un esposto alla Corte dei Conti”. Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri della Lega capitolina Fabrizio Santori e Maurizio Politi, a proposito dell’evento dello scorso sabato. “La spesa per la manifestazione è stata giustificata come rientrante nelle attività di Roma Capitale, nonostante in altre occasioni il Sindaco abbia negato l’utilizzo di spazi istituzionali a iniziative promosse da associazioni. Le spese per l’affitto del palco, l’amplificazione, la pulizia straordinaria delle strade, le transenne, l’occupazione del suolo pubblico e ogni altro costo organizzativo,compresi gli straordinari della Polizia Locale, per un comizio politico spacciato per evento istituzionale. I cittadini hanno il diritto di conoscere come vengono spesi i loro soldi, specie in tempi di ristrettezze economiche”, insistono Santori e Politi. “Il sindaco Gualtieri ha scelto di partecipare indossando addirittura la fascia tricolore, rappresentando così l’intera città di Roma in un’iniziativa, al contrario, chiaramente divisiva: la piazza cantava ‘Bella Ciao’, e, pur esibendo le bandiere della pace, chiedeva il riarmo dell’Europa. Un messaggio ambiguo e non condiviso da tutta la cittadinanza. A che titolo il Sindaco ha deciso di rappresentare tutti i romani in una manifestazione che non aveva nulla di unitario? La città non può essere ritratta in maniera unilaterale su temi così delicati e controversi. Pretendiamo chiarezza e trasparenza”, concludono i leghisti.

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