Quest’anno, in Italia, si è deciso di rendere un doveroso omaggio a Berthe Morisot, la sola
rappresentante femminile dell’Impressionismo francese.. Non è un mistero che la Storia
dell’Arte, in qualsiasi epoca, non ricordi una sola donna che sia stata l’artefice principale di un
movimento stilistico, tale da identificarlo con lei. Purtroppo è accaduto, come nel caso di
Artemisia Gentileschi, che la sua genialità abbia dovuto sottostare alle regole maschili della
sottomissione e della violenza. Solo nel caso, ben più recente, della messicana Frida Kahlo, la
sua autonomia fu riconosciuta anche se le costò comunque caro quel privilegio. E’ noto come
abbia dovuto vivere per quasi tutta la sua esistenza all’ombra di un marito pittore considerato, a
torto o a ragione, un gigante confronto a lei: Diego Rivera.


La vita della pittrice francese ha avuto, fortunatamente, un esito decisamente meno umiliante.
Nonostante non le fosse stato concesso di iscriversi alla Ecole di Beaux Art, allora negata alle
donne, riuscì ad introdursi nell’atelier di Jean Baptist Camille Corot. Egli è stato un pittore
neoclassico con una particolare propensione al paesaggio, ed alcune sue opere anticipano la
pittura “en plein air” degli impressionisti. Lo stesso Claude Monet (considerato il padre del
movimento) lo definì “Il solo grande maestro”. La Morisot, intelligente e creativa, riuscì a
comprendere che un nuovo stile, difficile per molti allora da comprendere, stava prendendo
forza e cercò di farne parte in maniera attiva. Pur proveniente da una famiglia facoltosa, decise
di diventare una modella. Prediletta da Edouard Manet, ebbe in quel modo l’opportunità di
approfondire la sua personale ricerca nell’innovativo campo impressionistico. Mal vista, quando
si metteva a dipingere all’aperto, ripiegò verso l’intimismo delle mura domestiche, prediligendo
soggetti femminili (la madre, la figlia, se stessa) con esiti straordinari. In quel apparente ripiego,
il suo stile assunse una connotazione qualitativa originale. Il contatto con un genio come Manet,
le malelingue parlarono di una loro relazione, le fece conoscere il fratello Eugene, con il quale si
sposò. Pittore anch’esso, non raggiunse le vette di Edouard e, caso forse unico nella Storia
dell’Arte, egli riconobbe nella moglie una artista superiore a lui e cercò di valorizzarla con un
sincero amore.
Dunque, una pittrice molto libera, in tempi difficili, che ebbe la soddisfazione di emergere senza
necessariamente cedere a detestabili compromessi. Sia Torino che Genova hanno stabilito, in
contemporanea, di dedicare due corpose mostre ad una grande protagonista
dell’Impressionismo. Una rara occasione, unendo le due mostre, di vedere 130 opere di una
pittrice che ha un posto rilevante nella Storia dell’Arte Moderna.
Impression, Morisot. Genova -Fondazione Palazzo Ducale. Aperta sino al 23 febbraio 2025
Berthe Morisot – Torino – GAM. Aperta sino al 9 marzo 2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Open chat
info per collaborazioni e/o invio comunicati news e non solo,,,contatta la redazione , grazie