Compagne delle nostre fantasticherie, le pietre, più antiche della vita, hanno esercitato sugli esseri umani un fascino di cui ognuno di noi condivide l’esperienza: una raccolta, un lancio, una contemplazione ammirata. Poeti e artisti di tutte le epoche artistiche hanno testimoniato le profonde influenze che queste presenze silenziose hanno avuto sulle loro creazioni. Il grande scrittore surrealista Roger Caillois, la cui esposizione di notevoli esemplari minerali tratti dalla sua collezione costituisce il prologo di questa mostra, descriveva così questo rapporto insistente: “Più di una volta mi è capitato di pensare che fosse opportuno guardare alle pietre come a una sorta di poesia”. Accompagnata dalla prosa dello scrittore, la mostra è il romanzo di questa frequentazione continua che rivela come questi minerali occupino una posizione decisiva intermedia tra il capriccio della natura e l’opera d’arte. La mostra Storie di pietra presentata a Villa Medici ha beneficiato dei prestiti di oltre 70 istituzioni e raccoglie quasi 200 opere, dal più antico minerale terrestre risalente a 4,4 miliardi di anni fa fino all’ultimo minerale creato dall’artista contemporanea Agnieszka Kurant, la Sentimentite. Il percorso si snoda in dieci sale espositive e prosegue nell’antica cisterna di Villa Medici, negli appartamenti del Cardinale Ferdinando de’ Medici e nell’atelier Balthus. Le suggestioni che queste pietre hanno suscitato negli artisti di tutte le epoche ci permettono di misurare fino a che punto i nostri pensieri, i nostri miti, le nostre proteste e, talvolta, anche le nostre inquietudini abbiano beneficiato della loro vicinanza. Vi dialogano riuniti, al di là delle contingenze della Storia, pietre ai margini dei sentieri e cristalli ambiti, pietre votive, semplici rovine o armi dei deboli per difendersi dai potenti, oggetti di studio scientifico, di contemplazione romantica. E tra gli Uomini, dalle società megalitiche ai grandi nomi della modernità, troviamo Auguste Rodin o Giuseppe Penone, Charlotte Perriand o Antonio Tempesta, Tatiana Trouvé o facteur Cheval; tutti, ispirati dai loro misteri sedimentati, sono gli araldi di questa vasta narrazione. La mostra è realizzata grazie all’eccezionale supporto finanziario di
VAN CLEEF & ARPELS. La scenografia della mostra è realizzata da Piovenefabi. Il catalogo è pubblicato dalle edizioni Delpire & CoEstratto dal catalogo:”Sono questi sassi indifferenti e rudi che celebrano con storie i devoti allucinati e gli artisti ispirati. Sono queste rocce che la ragione titubante del Rinascimento (a metà strada tra scienza e magia) analizza, sono queste pietre che gli studiosi cinesi raccolgono, vedendo nelle fessure, nelle caverne, nelle pieghe della materia delle fughe, delle porte per lo spirito, è attraverso di loro che indoviniamo le austere geometrie che congelano la meccanica del mondo.” Introduzione al catalogo, Jean de Loisy e Sam Stourdzé. Autori e autrici del catalogo: François Farges, mineralogista; Anne-James Chaton, scrittore; Maria Stavrinaki, storica dell’arte; Olivier Schefer, scrittore e filosofo; Violaine Sautter, ricercatrice in geologia planetaria; Jean-Michel Geneste, archeologo del Paleolitico; Riccardo Venturi, storico dell’arte; Leonor de Recondo, scrittrice; Jéremie Koering, storico dell’arte; Neville Rowley, storico dell’arte; Ariane Varela Braga, storica dell’arte; Kathryn Weir & Elizabeth A. Povinelli, curatrice e filosofa. Artisti in mostra:Juliette Agnel, Jean-Michel Alberola, Dove Allouche, Gioacchino Assereto, Hans Baldung Grien, Théodora Barat, Domenico Beccafumi, Abdelkader Benchamma, Constantin Brancusi, Andrea Branzi, Victor Brauner, Brassaï, André Breton, Frédéric Bruly Bouabré, Roger Caillois, Gilles Caron, Carl Gustav Carus, Vija Celmins, Étienne Chambaud, Julian Charrière, Anne-James Chaton, Le Facteur Cheval, Pierre-Luc-Charles Ciceri, Pascal Convert, Louis Daguerre, Erik Dietman, Gino De Dominicis, Jean Dubuffet, Jimmie Durham, Albrecht Dürer, Esther Ferrer, Lyonel Feininger, Éric Feferberg, Robert Filliou, Francesco Francia, Aurélien Froment, Laura Grisi, Jacques Grison, Wenzel Hablik, René-Just Haüy, Damien Hirst, Jean-Pierre Houël, Pieter Hugo, Juva, Parviz Kimiavi, Kapwani Kiwanga, Agnieszka Kurant, Alicja Kwade, Fernand Léger, Alexandre Isidore Leroy de Barde, Richard Long, Wolfgang Mattheuer, Ana Mendieta, Théo Mercier, Sabine Mirlesse, Henry Moore, Gabriel Orozco, Joachim Patinier, Lucien Pelen, Giuseppe Penone, Charlotte Perriand, Pablo Picasso, Domenico Piola, Lodewijk Toeput detto Il Pozzoserrato, Albert Renger-Patzsch, Hugues Reip, Guido Reni, Évariste Richer, Édouard Riou, Auguste Rodin, Jean-Baptiste Romé de l’Isle, Ugo Rondinone, Jean-Claude Ruggirello, John Ruskin, Rose Salane, George Sand, Jean-Michel Sanejouand, Andrea Schiavone, Hercules Seghers, Luca Signorelli, Joseph Sima, Carl Spitzweg, Robert Smithson, Antonio Tempesta, Stéphane Thidet, Toyen, Tatiana Trouvé, Giorgio Vasari, Edward Weston, Sim Chi Yin. 
Jean de Loisy è storico dell’arte e curatore indipendente. È stato, tra l’altro, ispettore alla Creazione presso il Ministero della Cultura, conservatore presso la Fondazione Cartier e il Centre Georges Pompidou. Ha diretto e co-diretto varie sedi d’arte in Francia, in particolare il Palais de Tokyo dal 2011 al 2017 e l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi dal 2018 al 2022. Dal 2011 al 2022, è stato produttore a France Culture delle trasmissioni Les Regardeurs e L’Art est la matière.
Sam Stourdzé è curatore di mostre, specialista dell’immagine contemporanea e delle relazioni tra arte, fotografia e cinema. Dal 2020 dirige l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, di cui è stato in passato borsista (2007, sezione cinema). In precedenza, ha esercitato l’attività direttore del musée de l’Élysée a Losanna in Svizzera (2010 – 2014) e dei Rencontres d’Arles (2014 – 2020).
 Crediti foto: Pietra di Makapansgat, diaspro bruno-rossastro (3 milioni di anni a.C.)Johannesburg, University of the WitwatersrandFotografata da Pieter Hugo Jean de Loisy © Adrien Thibault Sam Stourdzé © Daniele Molajoli
Testo alternativo
A proposito dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici Fondata nel 1666 da Luigi XIV, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’istituzione culturale francese avente sede dal 1803 a Villa Medici, villa del XVI secolo circondata da un parco di sette ettari e situata sulla collina del Pincio, nel cuore di Roma. Ente pubblico dipendente dal ministero della Cultura francese, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici svolge tre missioni complementari: ospitare artisti e artiste, creatori e creatrici, storici e storiche dell’arte di alto livello in residenza annuale o per soggiorni più brevi; realizzare un programma culturale ed artistico che interessa tutti i campi dell’arte e della creazione e che si rivolge ad un vasto pubblico; conservare, restaurare, studiare e far conoscere al pubblico il proprio patrimonio architettonico e paesaggistico e le proprie collezioni. L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è diretta da Sam Stourdzé.
 L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici ringrazia i suoi sponsor e partner: Sponsor principaleVAN CLEEF & ARPELS Con il sostegno diGROUPAMA ASSICURAZIONIAIR FRANCE Partner istituzionali della mostraMUSÉUM NATIONAL D’HISTOIRE NATURELLE Media partner
INSIDE ART
 Accademia di Francia a Roma — Villa MediciViale della Trinità dei Monti, 1 – RomaInfoline: +39 06 67611Sito web ufficiale: villamedici.it

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