LA SCOMPARSA DI MAJORANA
Di Leonardo Sciascia
Adattamento e Regia Fabrizio Catalano
Con Loredana Cannata, Alessio Caruso, Roberto Negri, Giada Colonna
Venerdì 22 e Sabato 23 Novembre 2024 h 21.00
Domenica 23 novembre 2024 ore 17.30
Teatro Marconi
Viale Guglielmo Marconi 698/E
A 35 anni di distanza dalla sua scomparsa, le inchieste di Leonardo Sciascia sono sempre
attuali. Oggi più che mai non ci può essere Scienza senza Coscienza.
In una stagione come quella che stiamo vivendo, caratterizzata dallo sfaldamento dei valori
morali, dell’esaltazione dell’ego, dell’ansia del profitto e della deriva della scienza, è
necessario rievocare figure come quelle di Ettore Majorana, scomparso nel 1938, partito in
nave da Palermo, ma apparentemente mai approdato a Napoli, il giovane e promettente
fisico siciliano, chiuso in sé stesso e concentrato su studi di cui non parlava con nessuno.
Aveva forse intuito prima di ogni altro la strada per la creazione di una devastante arma
nucleare, e ne era rimasto atterrito, e aveva voluto estragnarsi dal mondo prima che questo
precipitasse nel baratro dell’era atomica. Questa, almeno, era tesi di fondo di uno dei
maggiori autori del Novecento, Leonardo Sciascia, che allo scienziato e al suo dramma
interiore ha dedicato uno dei suoi libri più illuminanti, La scomparsa di Majorana, e questa
vuole essere la nostra convinzione.
Oggi, a 86 di distanza dei tragici eventi del 1938, a 35 dalla morte dell’autore de Il giorno
della civetta, perché a volte più che la laboriosa ricostruzione di eventi e dettagli conta il
senso delle cose, e il senso della vicenda di Majorana è che non c’è futuro per l’umanità
senza l’etica, senza la sincerità, senza la poesia.
Questo spettacolo è un’indagine poliziesca, è un thriller ad orologeria, è un sogno ad occhi
aperti. Una notte d’agosto del 1945, una località italiana che non viene mai definita. Le
rappresaglie dei partigiani, il caos.
Uno studio in un ospedale di provincia, una donna che dopo aver ucciso da partigiana è
tornata ad indossare il camice bianco per medicare, per guarire. Un uomo avvolto in una
tunica da certosino che rifiuta di rivelare la propria identità. Un commissario di pubblica
sicurezza che crede di riconoscere nei tratti del monaco quelli di Ettore Majorana, al quale
invano ha dato la caccia per tanto tempo.
Laura Fermi, la moglie dell’illustre premio Nobel, chiamata a identificare il giovane
scienziato dileguatesi nel nulla. Questi quattro personaggi, per tutta la notte, oltre l’alba,
fino al tragico scioglimento dell’enigma daranno vita ad una sorta di processo, dove l’intruso
si trasformerà da imputato in accusatore, da inquisito in voce della coscienza. Poco alla volta
emergeranno i tormenti di un genio che avrebbe potuto cambiare il destino dell’umanità e
che invece ha preferito essere un ragazzo schivo, per nulla competitivo o in cerca della
gloria.
Spesso isolato, con rarissimi amici, alcuni di questi nella Germania che nel 1945 ha appena
perso la guerra. Ciò ha alimentato, nei decenni successivi, la detestabile ipotesi che
Majorana avesse simpatie naziste. Non le aveva, le sue lettere in proposito sono abbastanza
chiare, come non le aveva Heisenberg che di Majorana era stato mentore e guida
nell’ambiente dell’Università di Lipsia, dove si discuteva di Fisica come di Filosofia e dove
Ettore era davvero a suo agio. Sì, perché questa storia è anche la dimostrazione del fatto che
non è così semplice dividere il mondo in buoni e cattivi, e se Majorana fuggì di fronte
all’orrore della bomba atomica, Heisenberg, che pure avrebbe potuto fabbricarla per Hitler,
non spinse mai le sue ricerche fino alle estreme conseguenze. E questo mentre altrove, negli
Stati Uniti, che avevano la missione di riscattare il pianeta, Oppenheimer, Fermi e il gruppo
del progetto Manhattan, come sotto ipnosi, schiavi dell’ambizione e incuranti delle vittime
che la loro invenzione avrebbe provocato, alacremente lavoravano all’arma di distruzione di
massa, che consegnarono agli alti comandi dell’esercito americano con tanto di istruzioni
sulle città che avrebbero dovuto essere colpite. Insomma, per dirla con Sciascia: si
comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive
non lo erano e si comportarono da schiavi e furono schiavi coloro che invece godevano di
un’oggettiva condizione di libertà.
In un contesto come quello attuale, il teatro deve diversificare la propria offerta e accedere
al dibattito, simulare domande e riflessioni, suggerire idee e punti di vista inediti, deve
calarsi nella realtà, scandagliare il passato e contribuire a migliorare il futuro. Una storia
vera, quella di Majorana, il tormento struggente di un individuo che vorrebbe salvare il
pianeta dalla catastrofe e al contempo un susseguirsi di emozioni e un monito per l’avvenire.
Ognuno di noi può compiere un piccolo gesto per proteggere l’umanità dall’autodistruzione.
Ognuno di noi ha il obbligo di farlo. – Il regista Fabrizio Catalano
Biglietti: Intero 25,00 – Ridotto 22,00 – Under 25 11,00
Info e Prenotazioni 06 5943554 info@teatromarconi.it
ORARI BIGLIETTERIA
Dal Lunedì al Sabato dalle 17.00 alle 20.00 – Domenica dalle 16.00 alle 18.00