TREND
nuove frontiere della scena britannica – XXIII edizione

rassegna ideata da Rodolfo di Giammarco

3 ottobre – 17 novembre 2024

orario spettacoli

da lunedì a venerdì ore 21.00

sabato ore 19.00

domenica ore 17.30

Teatro Belli

Dal 10 al 13 ottobre

EIGENGRAU

di Penelope Skinner

regia Federico Le Pera

con Lorenzo Terenzi, Luca Massaro,

Silvia D’Anastasio, Veronica Stradella

aiuto regia Elena Cozzi

costumi Valentina Basiliana

direttrice di produzione Ilaria Ragni

scenografia Roman Sersal

foto Pino Le Pera

traduzione Marco M.Casazza

produzione Società per Attori

Nell’ambito della rassegna TREND nuove frontiere della scena britannica – XXIII edizionedal 10 al 13 ottobre al Teatro Belli spazio al debutto di EIGENGRAU di Penelope Skinner con laregia di Federico Le Pera.

Dal tedesco “grigio di fondo”, Eigengrau è una divertente tragicommedia sui temi della solitudine e del bisogno di relazioni autentiche. Rose, un’inguaribile romantica in cerca di lavoro, divide l’appartamento con Cassie, una femminista militante molto più concreta che la rincorre continuamente per saldare l’affitto. Rose va a letto con Mark, un pubblicitario della city, uomo metrosessuale e anaffettivo, che invece da lei vuole solo sesso. Unico punto in comune: anche Mark è agli antipodi col proprio coinquilino, Tim, un vecchio compagno di università che non riesce a trovare lavoro e custodisce in casa le ceneri della nonna appena morta. Tim e Cassie vengono inevitabilmente coinvolti nella storia di sesso/amore tra il riluttante Mark e la pressante Rose, col risultato che il quartetto si ritrova invischiato in una rete d’inganni ed auto-inganni senza fine. Tra legami e tradimenti, affiorano le paure e le ossessioni di una generazione che pare non aver più nulla in cui credere.

Note di regia

I personaggi si raccontano davanti ad una gigante lavagna nera, attraverso la quale prenderanno forma – per mano loro – i luoghi del racconto, ma anche su cui, gli stessi personaggi appunteranno pensieri taciuti e parole chiave di cui si condisce l’animo umano davanti a disavventure, dolori, amore, violenza. Il fil rouge che lega i protagonisti è dunque l’assenza di comunicazione. Nel mondo moderno per via di questa incapacità, stiamo troppo spesso mettendo da parte le nostre emozioni, che invece – seppur istintuali e controverse – se ben tradotte, nutrirebbero le nostra e l’anima altrui. Questo spettacolo è un grido muto. Una sottolineatura al fatto che continua a compiersi. Attraverso un linguaggio brillante e segni scritti, vorremmo restituire quanto impreparati si sia alla vita, quanto il bambino – prima ancora che l’adulto – abbia bisogno di spiegazioni alla miriade di “perché” in cui ci si imbatte, offrendogli così armi comunicative sufficienti ed aiutandolo a prendere le distanze da soluzioni sbrigative come la violenza o il distacco.

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