Un omaggio a Battiato: il 21 settembre 2024 (data di uscita del mio album) saranno trascorsi esattamente 43 anni da quando la mia vita è cambiata: il primo giorno d’autunno del 1981 mia Madre mi fece ascoltare la cassetta de “La voce del padrone” del Maestro e da allora la Musica è la mia linfa, la mia Compagna, il mio rifugio.

Quando Battiato ha lasciato la linea orizzontale per seguire quella verticale verso lo spirito, mi sono ripromesso che l’avrei ringraziato per avermi fornito lo strumento per curare il mio dolore: la sua Musica.

La voce del SERVO” è il riscatto di chi, partendo da una posizione sociale di svantaggio, si è comunque messo in gioco, ha fallito ed è caduto tante volte, ma con determinazione si è sempre rialzato e ha continuato a credere nei propri ideali;

è un percorso sonoro motivazionale;

è l’ossimoro malattia – Cura, depressione – estasi, imprecazione – preghiera;

è la verbizzazione del sostantivo Servo che diviene verbo, che prima perde e poi riprende la parola, perché “Io servo“, non nel senso che servo un padrone, bensì “Io ho preso consapevolezza che servo, che sono utile, che prima di tutto, per il mio bene, ho bisogno di me stesso: Io SERVO a me stesso“.

Il concetto gurdjieffiano di Padrone rappresenta la coscienza e la volontà dell’Individuo: oggi la crescente frammentazione dell’IO ci rende sempre più servi e schiavi dell’omologazione, sempre più inabili nell’affermare la nostra specificità.

Il Servo rappresenta il Super-IO, l’insieme dei condizionamenti e delle imposizioni di una Società che ci opprime e che ci rende frustrati e obbedienti, impedendo lo sviluppo naturale della nostra Essenza.

Un concept album di 15 orme in cui giorno dopo giorno lo spezzarsi del tuo equilibrio ti obbliga a morire a te stesso per poi combattere e rinascere.

Ogni orma è un passo in cui lasci una traccia del tuo passaggio sulla terra, in un climax emotivo e cognitivo che ti accompagna verso la tua rivincita.

  • Con una donazione minima di euro 20 riceverai l’album (CD) direttamente a casa tua!

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Tracklist

1. Paradiso extraterrestre (Eden 2.0)

2. Arca2000 (Profezia)

3. Sono depresso (Depressione)

4. Crudo (Verità)

5. Nel limite dell’impossibile (Utopia)

6. #RAPPERUNANOTTE (Rivoluzione)

7. Amanda (Estasi)

8. Lavorare stanca (Vacanza)

9. Vado dal dottore (Ipocondria)

10. Un calcio a tutto (Vomito)

11. It’s so difficult 4 me (Frustrazione)

12. Fratelli Itaglians (Fuga)

13. Tentazione (Αυτοκτονία)

14. Pater Noster qui ES (Preghiera)

15. La luce oltre la siepe (Speranza)

SINOSSI BRANI

1. Paradiso extraterrestre (Eden 2.0)

Regna l’armonia. Tra gli esseri viventi c’è un equilibrio, anche spietato, ma naturale e selettivo. Poi arriva l’uomo, il vero alieno sulla Terra. L’incapacità di comunicare e la volontà di prevaricare trasformano la legittimità del predatore nella criminalità dell’assassino: è Babele.

2. Arca2000 (Profezia)

Rumori di fondo in apertura, come in “Summer On A Solitary Beach“. L’arca, che biblicamente rappresenta la possibilità di salvezza, decolla: inizia il viaggio.

3. Sono depresso (De-Pressione)

È il male del secolo o forse soltanto il mio” sintetizza come la depressione pur essendo sempre più globale ti fa sentire completamente isolato. Effetto a-social?

4. Crudo (Verità)

La ricerca della verità contro le menzogne da cui siamo costantemente bombardati. Crudo, vero, il bisogno di tornare a fidarsi e affidarsi.

5. Nel limite dell’impossibile (Utopia)

Il non piacersi e la paura di ammetterlo. Quando vorresti superare il limite dei tuoi limiti e ti sembra impossibile.

6. #RAPPERUNANOTTE (Rivoluzione)

Per una notte, per una volta, sono io il RE. Sfiorare anche solo per un attimo la sensazione di avercela fatta. La musica RAP può essere protesta anche senza l’uso delle armi. La rivoluzione gentile di chi sa farsi valere senza violenza al grido di “No más guerras“.

7. Amanda (Estasi)

L’incontro con l’Amore travolgente che ti fa credere che (ieri) tutto e passato e che (domani) tutto è possibile.

8. Lavorare stanca (Vacanza)

Omaggio allo scrittore, mio conterraneo, Cesare Pavese e alla sua Opera omonima che ti riporta alla radice della semplicità, dei valori veri, del sacrificio che nobilita, mostrandoti quanto la ricchezza materiale sia noiosa e limitante.

9. Vado dal dottore (Ipocondria)

Ho immaginato come, oggi, suonerei una cover dei Bluvertigo, di un brano che la band a sua volta ha coverizzato da Battiato. “Il mio malditesta” è “Ho un terribile cerchio alla testa, mi dica Dottore, quanto tempo mi resta?

10. Un calcio a tutto (Vomito)

Arriva il momento in cui non ce la fai più e vorresti prendere tutti a calci, perché ogni cosa ti nausea fino a farti vomitare. Per tornare a stare bene, bisogna stare male.

11. It’s so difficult 4 me (Frustrazione)

Ho sempre amato il crossover di lingue che Franco utilizza miscelando inglese, francese, spagnolo. Un testo su “quanto è difficile“, in inglese, perché foneticamente è molto più efficace nel veicolare il messaggio.

12. Fratelli Itaglians (Fuga)

Il nuovo inno italiano: apparentemente uno slogan contro il Belpaese, in realtà una dichiarazione d’amore al mio Paese.

13. Tentazione (Αυτοκτονία)

Arriva QUEL momento, terribile, quando proprio non ce la fai più. Per la testa ti passano idee strane, estreme e contrastanti, dalla conversione alla trasgressione: sei sul ciglio di un burrone e sei tentato di lasciarti andare nel vuoto. Immagini di poter fare qualunque cosa. Anche di farla finita.

14. Pater Noster qui ES (Preghiera)

Constat de supernaturalitate?“. ES da verbo si fa inconscio, diviene istinto primordiale laico genotipico che si scontra con i condizionamenti mentali del SUPER IO della società alterandoci fenotipicamente.

La classicità battiatesca sublima dopo il suo incontro con Manlio Sgalambro (amo il suo libro “Del pensare breve“). Sì, una canzone in latino nel 2024, anarchia creativa, perché siamo “sommersi soprattutto da immondizie musicali“.

15. La luce oltre la siepe (Speranza)

La versione pro-positiva dell’opera di Harper Lee Il buio oltre la siepe” Premio Pulitzer per la letteratura. Finalmente… “Oltre la siepe non c’è più il buio“.

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