Il prestigioso libro “Il disegno del bimbo” di Vico Avalle (Hever Edizioni, 2004 pp. 144 € 29.50)
dimostra come il documento comunicativo del disegno possa amplificare l’espressione dello stato
interiore, ponendo una lente di ingrandimento sulla caratterizzazione di ogni traccia grafica.
L’autore, il professor Vico Avalle, sottopone a una precisa e scrupolosa valutazione il gesto
immediato e disinvolto del ritratto dipinto del bimbo, esamina la procedura relazionale per la
comprensione degli stati emotivi, per la decodificazione conoscitiva degli atteggiamenti,
approfondisce il significato di ogni rappresentazione reale o immaginaria nella crescita cognitiva.
L’interessante libro cattura il lettore con il patrimonio visivo di vivaci, meravigliosi e avventurosi
segni, modelli a colori riassunti nelle esperienze e studiati nella lettura premurosa ed eloquente
dell’universo fanciullesco, dalla struttura dinamica e casuale dello scarabocchio fino alla
consapevolezza della trasparenza realistica di tutto ciò che si osserva. Il magico libro racchiude la
verità di ogni superficie psichica nella relazione visibile delle sensazioni e delle riflessioni animate
dalle libere simbologie dei sentimenti. L’autore evidenzia la capacità evocativa e naturale dello
svolgimento intellettivo del bambino, ne interpreta il naturale percorso costruttivo delle età, con la
propria generosa competenza di psicologo clinico sperimenta la familiare quotidianità delle
rivelazioni sostenute attraverso ogni scrittura illustrata, dipinta nello spazio, nel tratto e negli
elementi cromatici come segno di riconoscimento degli avvenimenti vissuti. Vico Avalle svolge uno
studio minuzioso su infiniti disegni infantili, indaga la composizione evolutiva intorno all’attitudine
genetica, ambientale e psicologica del valore percettivo, presenta un analitico e suggestivo
dizionario delle emozioni che illustra in maniera compiuta e particolareggiata la costellazione
sensibile dell’anima. Declina il profilo della fantasia e l’aspetto della fantasticheria, commenta le
disposizioni essenziali e carismatiche della personalità e la proprietà distintiva della direzione
riconoscibile per vedere il mondo e la sua influenza, orienta gli archetipi dell’inconscio per
confermare l’architettura della gestione geometrica del processo psichico e dei modelli
comportamentali, il deposito dell’energia vitale, la ragione dell’immaginario e la rappresentazione
dell’umano. Il dettaglio della figurazione è la manifestazione della genesi intelligibile delle idee,
rispetta il principio costitutivo del fenomeno inteso come la straordinaria e stupefacente entità
oggettiva, ispirata dalla spontaneità dei sensi. Il libro “Il disegno del bimbo” spiega la conquista
dell’impulsività reattiva, il tramite della traduzione intuitiva dell’ingegno conoscitivo, a disposizione
dei lettori per discernere il contributo educativo e metodologico dei bambini. Un’opera importante
che riassume, sostiene e promuove l’uso del disegno come forma del linguaggio del pensiero,
abbraccia la circolarità delle proiezioni introspettive, elabora il contesto dell’abilità manuale e
strumentale dei bambini, permette di riconoscere l’intensità delle reazioni affettive, di identificare la
sollecitazione esplicativa delle figure e di svelare il lato nascosto (e poi decifrato) di ogni visione
creativa. Il doveroso e lungimirante merito della casa editrice Hever è di aver proposto ai fruitori
del libro “Il disegno del bimbo” l’esortazione ad apprendere il linguaggio riposto dietro l’intimità
della pratica artistica, l’incoraggiamento a sostenere e promuovere il luogo privilegiato del disegno
come ponte di conoscenza per incontrare la disposizione del carattere. Un libro che è il risultato
straordinario e poetico della meraviglia, l’eccezionale e sorprendente richiamo per la ricerca nella
maturità del mutamento, il coinvolgente procedimento di consegnare la vita e trasferire la sincerità
dello spirito nell’incantevole e affascinante percorso di un foglio.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
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