In questo periodo siamo circondati di addobbi natalizi, sia privati che comunali, in una
gara che spesso genera gradevoli effetti. Nelle città ci sono commercianti indemoniati
perché la loro strada è stata lasciata spoglia dall’assessorato preposto. Nel quartiere
dove vivo c’è stata una piccola ma pacifica rivolta da parte degli ambulanti che
pretendevano un mercato natalizio. Sono stati accontentati e già sotto casa mia
stazionano bancarelle piene di invitanti regali a basso costo, quasi tutti di provenienza
cinese (dove non si festeggia il Natale).
Storicamente, questa tradizione è iniziata quando ancora non esisteva la rete elettrica. Si
fissavano delle candele di cera agli alberi: quelle luci rammentavano Cristo. All’inizio del
900 l’illuminazione artificiale prese campo fino ad assumere dimensioni sempre più
imponenti. Nelle grandi città fanno riflettere sullo spreco di energia ma anche sulla
bellezza dei colori intermittenti, che possono rincuorare o rattristare a seconda degli stati
d’animo soggettivi.
Fortunatamente c’è qualcuno che riflette e decide un utilizzo mirato di un tale mezzo
espressivo, limitato nel tempo perché deve restare nell’ambito del periodo festivo. A
Roma, nei giardini del Brancaccio, con “Lights in nature – Life”, gli organizzatori hanno
pensato di unire la magia delle luci natalizie, sfavillanti e suggestive, a temi oramai
quotidiani che prendono nomi altisonanti, come “transizione ecologica”, “sostenibilità
ambientale”, “salvataggio della natura oramai compromessa” e così via.
Nel bellissimo parco un percorso fiabesco, con riferimenti precisi alla Biosfera, tesa a
sottolineare la necessità di un maggiore impegno per preservare il futuro del nostro
pianeta.
Il secondo elemento tematico è “Terra”: in quest’area i visitatori, principalmente bambini,
hanno l’impressione di essere piccoli come degli insetti, sovrastati da animali
giganteschi. Il tutto, però, in una chiave non da film dell’orrore, ma come presenze attive
in un cartone animato composto da una infinità di luci colorate.
Il terzo elemento è “L’Acqua”, in cui la vegetazione appare come un fondale marino, in
cui predomina una balena sfavillante lunga sei metri, con pesci e meduse che sono forse
il tratto più affascinante del percorso.
Infine, l’ultimo settore è “L’aria”, dove uccellini coloratissimi, libellule e meravigliose
cicogne bianche, non potranno che intenerire i cuori degli stupiti ospiti.
Che cosa possiamo aggiungere, se non che l’idea di aver progettato una sorta di piccola
Disneyland ecologica con le luci di Natale è riuscita? La nota stonata è che gli adulti
devono pagare un biglietto d’ingresso, mentre per i bambini è gratuito. Dato il simbolico
intento di promuovere il rispetto per la natura (attraverso un’espressione artistica) ci
piacerebbe che in una prossima edizione l’amministrazione comunale finanziasse
l’operazione, rendendola accessibile a tutti.
Roma, Giardini Brancaccio – aperta fino al 18 febbraio 2024