a cura di Emilio Capoano redazione
“Abel” di Alessandro Baricco (Ed. Feltrinelli)
Un western in un non ben identificato ovest ed una serie di tribù indiane in parte esistite
come i Makah e i particolari Nootka, assolutamente non interessati a cavalli o bisonti ma a
cacciare balene, circondano la vita di Abel che aveva un dono: saper sparare senza
paura.
Sapeva di essere il più bravo e quando sentiva una vibrazione lo sparo arrivava preciso
come quando per sventare una rapina diventò leggenda effettuando “il Mistico”, un colpo
incrociato simultaneo con due pistole per colpire contemporaneamente due bersagli. Abel
era lo sceriffo, un uomo di legge che doveva sparare e pensava di essere il migliore.
Un padre ucciso scannato da due indiani Absaroka, una madre fuggita con i quattro cavalli
migliori la sciando lui con i suoi fratelli ed una sorella da soli e da qui nasce la storia di
Abel Crow che si sviluppa nel romanzo con l’amore per Halleluja Wood, il rapporto con
una Bruya (strega indiana), i suoi incontri con il “Maestro”, personaggio fondamentale del
racconto.
Abel conosce la Bibbia, sa chi sono Aristotele e Platone e vive una vita fatta di domande
spesso senza risposte, ad indagare sul suo destino con un intreccio geometrico di
personaggi ed avvenimenti che scorrono fluidi con la sapiente scrittura dell’autore che
lascia degli spazi vuoti al lettore per una sua interpretazione.
E’ stato definito un western metafisico ma francamente non esagererei con tante
definizioni con cui è stato descritto questo libro di Baricco, quali “piccolo pamphlet
filosofico, un vangelo, un manuale di scrittura”; è soltanto una buona intuizione per un bel
racconto in un mondo immaginario che però può essere reale e ricordando i racconti della
Bruja….. “i libri sono piccoli e l’orizzonte decisamente più vasto”, ecco l’essenza di
un bel libro che fa riflettere su molte tematiche.