QUESTA NON E’ CASA MIA

Scritto, diretto e interpretato da Giulia Trippetta

Aiuto regia: Francesca Blasutig

Tecnico luci e suono: Simone Gentili

Costumi: Nika Campisi

Musiche: Andrea Cauduro

Produzione Fattore k

DAL 7 AL 10 DICEMBRE

TEATROBASILICA-ROMA

Debutta in prima assoluta al TeatroBasilica di Roma, dal 7 al 10 dicembreQUESTA NON E’ CASA MIA, il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giulia Trippetta.

Un’attrice su una scena vuota, pochi oggetti, una domanda che risuona dall’inizio alla fine dello spettacolo: Quale è la mia casa?

Una domanda apparentemente semplice che muove la protagonista ad affrontare un viaggio alla ricerca di un posto che riesca a darle quel senso di serenità che ha ormai abbandonato da anni.

Scappata dal piccolo paesino di provincia da cui proviene, e al quale non si sente più di appartenere, la giovane donna porterà per mano lo spettatore in questo viaggio di formazione al limite dell’assurdo. 

Come in un moderno “Alice nel paese delle meraviglie” la protagonista incontrerà personaggi reali e a volte buffe caricature che la metteranno di fronte alle sue più profonde paure e insicurezze, ma che le faranno scoprire anche i suoi desideri più reconditi.

Un viaggio divertente  e oscuro, tra il sogno e la realtà, in cui il confine tra ciò che è vero e ciò che è frutto della sua testa si confonde a causa di un’ironia sottile e a volte impenetrabile.

Un viaggio che non le darà tutte le risposte che cerca ma che le farà capire l’importanza del saper attraversare con coraggio il dolore che la vita ci pone davanti, dolore da cui per anni aveva cercato di fuggire; e chissà che non si nasconda  proprio lì la risposta alla sua domanda.

NOTE DI REGIA

L’attrice ha 34 anni, fa parte della generazione Y o millennial, che dir si voglia, fa parte insomma di quella fascia di persone che si sentono ancora dei bambini ma in corpi di adulti, come fossero intrappolati in una eterna adolescenza.

La protagonista all’inizio del suo viaggio potrebbe apparire agli spettatori come una bambina, la verità però è che l’attrice, non è per niente una bambina, ma una giovane donna che dovrebbe già essersi

affacciata con sicurezza al mondo degli adulti e avere tutti gli strumenti per affrontare paure e

difficoltà; mentre in un gioco infantile di eterna procrastinazione si trova a viaggiare in questo

limbo di incertezze, in questa incapacità di assumersi qualunque responsabilità, in questo disagio esistenziale alla disperata ricerca del suo posto nel mondo, di se stessa, della sua casa.

Attraverso questo spettacolo l’autrice e attrice, riflette su questo senso di smarrimento che accomuna tutti quelli che come lei si trovano in questo momento di passaggio all’età adulta  e che lottano per trovare il proprio spazio in un mondo sempre più frenetico e competitivo.

Quali sono al giorno d’oggi i parametri con cui un individuo  si definisce adulto, se la maggior parte delle persone a 30 anni non ha ancora la possibilità di avere un lavoro fisso e di conseguenza una famiglia e una casa? Abbiamo davvero gli strumenti per affrontare queste difficoltà oppure la verità e che siamo solo degli eterni adolescenti  piagnucoloni terrorizzati dall’assumersi delle responsabilità? 

Da piccoli come immaginavamo saremmo diventati a 30 o a 40 anni? Abbiamo realizzato tutto quello  che pensavamo di realizzare? Siamo dove saremmo voluti essere?

Ma forse la verità è che queste domande hanno a che fare con un disagio più vasto, più universale, che non coinvolge soltanto chi fa parte della mia generazione ma che abbraccia persone di tutte le età.

Un disagio profondo e scomodo con cui l’uomo si scontra da sempre, quel senso di smarrimento che ci fa sempre sentire fuori posto, quella vocina dentro ognuno di noi che nei momenti di riflessione e di solitudine ci sussurra all’orecchio:  qual è il mio posto nel mondo?

Qual è la mia casa?

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