Torna in scena a Cecina
Il corpo della donna come cambio di battaglia
con Marianella Bargilli e Annalisa Canfora
Teatro Comunale Eduardo De Filippo
Sabato 25 novembre – Ore 21:00

Dopo il fortunato debutto dello scorso anno al Todi Festival, torna in scena lo spettacolo   Il corpo della donna come campo di battaglia di Matëi Vişniec, con Marianella Bargilli e Annalisa Canfora per la regia di Alessio Pizzech.

Al Teatro Comunale Eduardo De Filippo di Cecina Il corpo della donna come campo di battaglia saràin scena sabato 25 novembre alle ore 21,00 nella giornata Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne.

Lo spettacolo è patrocinato dalla Regione Toscana, da La Toscana delle Donne 

Marianella Bargilli e Annalisa Canfora tornano a recitare insieme con un testo importante, difficile, profondo sull’orrore e lo strazio della guerra – di tutte le guerre – sulla nevrosi dell’uomo occidentale, sulle donne ancora troppo spesso segnate da un destino tragico di sopraffazione del maschio. Sullo sfondo la guerra in Bosnia protagoniste sono due donne, una psicologa americana (Marianella Bargilli) e una donna bosniaca vittima di uno stupro di guerra (Annalisa Canfora).

“Siamo molto felici di riprendere questo spettacolo. Sono giorni in cui i temi della guerra da una parte e della violenza di genere dall’altra abitano i nostri cuori e, ahimè, le nostre vite individuali e collettive. Far ripartire dunque questo lavoro proprio il 25 novembre, nella Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne, è per noi fonte di grande emozione e una grande responsabilità, questo lavoro è per noi  un atto politico, provare a raccontare una storia che ricordi a tutti l’insensatezza della guerra e della violenza di genere. Non solo il 25 novembre, un giorno dopo l’altro il nostro impegno in difesa dei diritti è quantomai necessario”.

Il testo è tratto dall’opera di Matëi Vişniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, adattata dal  regista Alessio Pizzech  e  racconta con intelligenza, poesia e acume gli effetti devastanti della guerra, di ogni guerra. Perché se le armi fanno paura sempre, l’arma più feroce – e spesso più efficace per distruggere gli individui e la collettività – per annientare un popolo, sono proprio le violenze fisiche sulle donne. E la donna diventa un campo di battaglia. Il più atroce. 

La regia punta a mettere a fuoco l’essenzialità della relazione fra le due donne, dando forza al racconto, alla parola che testimonia il tempo presente e ne mette in luce le contraddizioni.
Un’occasione per esplorare il rapporto tra “maschile” e “femminile”, troppo spesso fragile e sbilanciato, che la guerra evidenzia e mette in luce senza infingimenti.Cosa c’è del rapporto serva/padrone che si estrinseca nell’atto dello stupro? Che cosa si rivela in esso?

Il corpo della donna come campo di Battaglia
Con Marianella Bargilli e Annalisa Canfora
Regia di Alessio Pizzech Musiche Dario Arcidiacono

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