“FAUNA” Ovvero “Nostra Signora dei Topi” Di Sergio Viparelli
Adattamento scenico di Paola Scotto di Tella Diretto e interpretato da Paola Scotto di Tella
Musiche originali di Bernardo Nardini
Acting coach: Giuseppe Rispoli
Disegno Luci: Giovanni Nardoni
Ufficio stampa: Sarah Mataloni Roma
10-11-12 novembre 2023 IL CANTIERE TEATRALE Circonvallazione Gianicolense 307 Ven e sab: ore 21
Domenica: ore 18 Ingresso: 12 + 3 tessera associativa
Napoli, 9-10 marzo 2024 IAV In Arte Vesuvio Via Nazario Sauro 23
Napoli, ventunesimo secolo. Presso le basi della Torre del Carmine, vive o meglio sopravvive, una
piccola comunità di “senzatetto”. Sono ormai invisibili, tranne una. Fauna (il cui vero nome era
Mamalouk) socializza raramente con gli altri. Parla ossessivamente con uno specchio, e convive
amorevolmente con i topi presenti intorno alla Torre. Non li teme. Non li scaccia, come fanno gli
altri. Per lei sono animali da compagnia, come cani o gatti. I passanti la guardano, rabbrividiscono,
commentano e proseguono per la loro strada. Qualcuno denuncia ai Servizi Sociali, e intervengono le
forze dell’ordine. Si chiama TSO, trattamento sanitario obbligatorio. Ma gli svariati tentativi di
allontanare Fauna dalla sua “casa” falliscono. Lei ritorna sempre. Finché un giorno scompare, rimane
un ricordo nella memoria dei napoletani: “la signora dei topi”, così la chiamavano i giornali. Una
creatura quasi mitologica, evanescente e magica a dispetto del degrado in cui vive. L’occhio
dell’autore entra con delicatezza e rispetto in quello specchio, cercando la vera storia di Fauna. Una
storia in cui i ricordi si mescolano alla fantasia. In cui una gemella nata morta diventa alter ego,
amica immaginaria, sorella complice. In cui Ciro e Faruk, i topi prediletti, sono gli esseri più
rassicuranti con cui condividere cibo e affetto. In cui emerge come un trauma inguaribile, il
terremoto del 1980, quell’evento che mutò per sempre il volto della città. In una Napoli scintillante
in cui si parla di “Rinascimento”, Fauna è l’anima devastata della città, quello che non si risolve,
quello che si vorrebbe dimenticare. Ciò che continuamente affiora alle nostre coscienze. Fauna si
racconta così, in un flusso di coscienza in cui affiorano Flora, la sorella mai conosciuta, il padre
affabulatore, Gabriele, un deus ex machina in veste di pompiere. Sullo sfondo, le immagini proiettate
dell’implacabile cronaca.