Pietro Canonica (1869/1959) è stato uno scultore e compositore notevole, anche se non
un innovatore. Appartiene alla ristretta schiera di quegli artisti capaci di riprodurre il vero
con grande perizia, al punto che fu considerato tra i migliori ritrattisti nel campo della
scultura del suo tempo. Non si sottrasse alla moda di eseguire busti di Mussolini e da
esso fu nominato direttamente membro dell’Accademia d’Italia, ma non si trasformò in
uno scultore di regime. Fu in grado di esprimersi liberamente, e lavorò intensamente per
le maggiori corti europee, dove fu conteso per l’efficacia espressiva.

Nel 1950, a
dimostrazione della pulizia morale e l’alto valore dimostrato in ambito europeo, il
Presidente Luigi Einaudi lo nominò Senatore a Vita. Alla sua morte, donò al comune di
Roma la sua bella casa a Villa Borghese, con una serie magnifica di sculture, dipinti,
bozzetti di grandi progetti, tale da costituire il maggiore museo in cui sia possibile
comprendere ed ammirare il suo vasto lavoro. Visitando il luogo in cui visse larga parte
della sua esistenza, pur non essendo romano di nascita, non si può che rimanere stupiti
di fronte alla grande varietà dei temi a cui dedicò alcuni dei suoi capolavori.

Fu
eccellente nella scultura dolente, dallo stile marcatamente ottocentesco e veristico, che
costituisce per l’Arte Italiana un capitolo assai importante, perché sfociato in alcuni casi
in emozionanti prove. Vorrei citare “La veglia dell’anima” e “l’abisso”, che non possono
essere considerate leziose e compiacenti ma suggestive e penetranti. Anche nei ritratti
ufficiali, che lo resero celebre presso la Corte Russa, Inglese, Romena ed anche italiana,
seppe uscire dalla logica reverenziale, come solo i grandi artisti hanno fatto nei secoli di
lavori per i regnanti. Il ritratto di Alessio Romanov, per fare un esempio, è di una qualità
altissima, da cui traspare l’amore infinito di Canonica per l’arte di Donatello, sempre
severa ma di una dolcezza inevitabile. Bellissimi anche i busti femminili, tra cui da
ricordare quelli dedicati a “Donna Franca Florio”; alla “Principessa Emily Doria
Pamphilj”, e il busto dal titolo “Sogno di primavera” talmente etereo da ricordare
Desiderio da Settignano. Infine, dobbiamo ricordare i gruppi scultorei (quasi tutti in
bronzo) che costituiscono la parte del suo lavoro più prestigioso, anche se meno
appassionante: il “Monumento a Simon Bolivar”, “La presa di Smirne” dedicato al
fondatore della moderna Turchia, Kemal Ataturk, il “Monumento dedicato a Pio XII, le
porte della chiesa di Montecassino e molto altro. Canonica è uno scultore che si rifà
apertamente alla scultura rinascimentale, interpretandola nelle opere meno ridondanti
con un gusto raffinato e spesso decadente soprattutto nei ritratti marmorei e nei più
pregevoli tra i monumenti funebri che gli sono stati commissionati.

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