LEONARDO DA VINCI DISEGNÒ IL LATO NASCOSTO DI FEDERICO DA MONTEFELTRO
Grandi sorprese dalla Conferenza Internazionale Leonardo The Immortal Light, conferenza di
presentazione pubblica di una ricerca condotta su un disegno a sanguigna di Leonardo da Vinci e custodito


presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, dal quale emergerebbe che la mente di Leonardo da
Vinci rappresentò in un bozzetto i tratti caratteristici di un uomo, questo era il capitano generale e
gonfaloniere del Papa il Duca di Urbino Federico da Montefeltro.
L’evento ha visto la collaborazione dell’International Committee Leonardo da Vinci, del Club per l’UNESCO


di Firenze con il Patrocinio della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea del Consiglio
Regionale delle Marche. Sono intervenuti l’Assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi e il
Consigliere Regionale Giacomo Rossi. È stato un lavoro di squadra in cui ognuno ha portato le proprie
competenze al fine di poter affrontare uno studio complesso. Sono intervenuti la scrittrice e studiosa
internazionale d’arte Annalisa Di Maria, considerata tra i massimi esperti su Leonardo da Vinci e il
Rinascimento Neoplatonico; che ha illustrato il ruolo che il Neoplatonismo presentava per gli uomini del
Rinascimento e di come questa corrente filosofica influenzasse la corte dei Montefeltro e del profondo
legame che aveva con la Firenze Medicea. La Di Maria sostiene “ In verità le occasioni in cui Leonardo possa
aver disegnato il Duca, sono diverse, come esposto in conferenza e tutti gli elementi dello studio saranno
presenti nella prossima pubblicazione. E’difficile datare con certezza un foglio del Maestro, in quanto lui era
solito tornare più volte su un determinato foglio riutilizzandolo. Il caso specifico è proprio di questo foglio su
cui è stato fatto il disegno, foglio che Leonardo riutilizza anche più volte e in tempi diversi per le sue
annotazioni o schizzi veloci, infatti questo foglio nello specifico, fu riutilizzato da Leonardo nel 1514 per i suoi
appunti sul porto di Civitavecchia. Il profilo è eseguito a matita rossa appunto con una punta non molto
sottile. Nel foglio Leonardo ombreggia il cappello, le guance, il mento e la cavità oculare. La direzione e la
pressione del tratteggio cambia all’interno del bozzetto, secondo la tipologia del tratteggio leonardesco, che
è stato dimostrato da recenti studi, quanto Leonardo utilizzasse entrambe le mani per dipingere e disegnare
a seconda del movimento che quest’ultimo voleva conferire alle sue figure. E’ intervenuto il ricercatore e
scultore internazionale già vincitore del premio mondiale della pace nell’arte Andrea da Montefeltro
firmatario del ritrovamento, che ha portato in evidenza il ruolo indispensabile del simbolo e del suo utilizzo
alla corte di Federico, alla base dei contenuti anche più nascosti. “Dall’indagine effettuata non solo è emerso
che il disegno rappresenti un soggetto con l’occhio destro mancante, ma anche il fatto che quello sinistro
fosse sano, a questo va aggiunto il fatto che non conosciamo il lato destro del Duca. Dobbiamo considerare
che i lati del volto possono presentarsi anche in modo molto diverso l’uno dall’altro, a questo va aggiunto il
fatto che Federico facesse enfatizzare le iconografie del profilo del naso per poter divenire lui stesso l’aquila
del Montefeltro, simbolo che vede al di sopra delle altre corti italiane. Dunque la volontà di Leonardo di aver
rappresentato il Duca Federico dal lato destro, lato dal quale il Duca non voleva essere rappresentato,
questo è una prova del carattere e della volontà di Leonardo di seguire sempre la sua ispirazione e di
distinguersi rispetto a tutti gli altri artisti. Artisti al quale non era concesso disegnare il Duca dal lato
dell’occhio mancante. Va inoltre ricordato, che questo era un bozzetto di un foglio su un libretto personale
che non doveva dunque servire per promuovere il suo lavoro o per commissioni”. Nello studio calligrafico
della scrittura di Leonardo e del manufatto è intervenuto il Perito Calligrafo Forense Dr. Stefano Fortunati,
determinante il suo intervento per lo studio della calligrafia del genio toscano. Il quale afferma “ Il disegno è
sicuramente scollegato a tutti gli elementi scritti dall’altro lato del foglio e soprattutto antecedente come

periodo storico”. Per lo studio anatomico è intervenuto il Dr. Fabio Di Censo, chirurgo oculista e direttore
dell’unità operativa oculistica a Sulmona, il quale nella sua perizia ha confermato che il soggetto
rappresentato nel disegno posto sotto studio aveva la mancanza dell’occhio destro, come Federico da
Montefeltro e quindi non si trattava di un soggetto dormiente oppure di una rappresentazione di una
maschera funeraria.

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