per la rubrica : LiberaMente a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.
Il 4 aprile ricorrerà il 55esimo anniversario della morte di Martin Luther King Jr. Noi abbiamo deciso di ricordare anticipatamente questo evento insieme allo scrittore e giornalista Paolo Borgognone che ha scritto per Diarkos “Martin Luther King Jr – I Have a Dream”, una biografia del Reverendo.
Ilaria: Martin Luther King Jr è stato senza dubbio una delle figure più rappresentative del Novecento. Una cosa tutto meno che scontata, se pensiamo a come era strutturata la società americana all’epoca…
Paolo: Parliamo di un mondo completamente diverso dal nostro. Solo cinquanta anni fa nel sud degli Usa c’erano fontanelle pubbliche separate per etnia, a teatro la balconata era riservata agli afroamericani, mentre ai bianchi spettava la platea, come i posti in fondo al bus erano solo per neri. Difficile da credere, ma era veramente così. La lotta per cambiare queste condizioni e guadagnare la parità dei diritti di fronte alla legge per i cittadini di qualsiasi etnia è stata la scena di fondo della breve vita di Martin Luther King Jr.
Ilaria: Conosciamo allora questo personaggio
Paolo: Il pastore protestante pioniere delle lotte per i diritti civili degli afroamericani Martin Luther King Jr nacque il 15 gennaio 1929 ad Atlanta in Georgia. Suo padre era pastore della Chiesa battista, la mamma una maestra. Fin dall’infanzia, King assiste a scene che per lui non sono comprensibili: come quando gli viene vietato di giocare con un bambino suo amico, solo per la differenza nel colore della pelle. Parliamo di ragazzini di sei anni.
Ilaria: Quando ha scoperto la religione?
Paolo: Ovviamente, essendo figlio di un pastore il piccolo Martin entra presto in contatto con gli insegnamenti religiosi. Presto capisce che il riscatto degli afroamericani passa anche attraverso le fede. Per questo termina gli studi teologici e prende i voti, andando a gestire una chiesa in una città dell’Alabama, Montgomery.
Ilaria: Qui inizia la vicenda politica di King,..
Paolo: Siamo nel dicembre del 1955. A Montgomery vige la segregazione razziale sui bus. Un giorno una donna di colore, che ha già lavorato per il movimento dei diritti civili, Rosa Parks, compie un atto di disobbedienza civile e rifiuta di lasciare il proprio posto. E’ l’inizio di un movimento che dal basso realizzerà un risultato clamoroso, portando la Corte Suprema a dichiarare la legge locale illegale e a cambiare davvero le cose.
Ilaria: Da lì è un successo dopo l’altro…
Paolo: Non fu un cammino facile ma – circondato da persone fidate e da bravi collaboratori – King riuscirà a portare le battaglie attraverso tante città del sud degli Stati Uniti. Da Albany e Birmingham a Selma. Passando per la grande manifestazione di Washington che lo mise al centro delle vicende politiche americane dell’epoca, a contatto con personaggi come il presidente John Fitzgerald Kennedy. E’ lì che tenne il suo discorso più noto, quello che viene ricordato come “I Have a Dream”. Uno dei momenti più alti della storia del Novecento.
Ilaria: Tutta questa attività gli fece vincere il Nobel
Paolo: Nel 1964. All’epoca fu la persona più giovane a essere insignita di un onore così grande.
Ilaria: Tutto questo nel segno della non violenza
Paolo: Fin da ragazzo, King era attratto dalle idee del Mahatma Gandhi che aveva teorizzato e praticato la non violenza come valore assoluto. Lo ha predicato e ripetuto nel corso della sua intera esistenza…
Ilaria: E arriviamo così al 4 aprile 1968…
Paolo: King era a Memphis per sostenere lo sciopero dei netturbini locali. Mentre, sulla veranda dell’albergo dove risiedeva, il Lorraine Hotel, si intrattiene a parlare con i suoi collaboratori, da una palazzina di fronte vengono sparati alcuni colpi di fucile: Martin Luther King Jr cade riverso sulla ringhiera. Morirà poco dopo in ospedale. Approfittando dei momenti di panico che seguono, l’assassino si dilegua e verrà arrestato a Londra circa due mesi più tardi: si chiamava James Earl Ray. Nel corso degli anni si dichiarerà innocente e anche alcuni membri della famiglia del Reverendo gli crederanno. Ma il mistero rimane insoluto.
Ilaria: Il messaggio di King è attuale anche oggi?
Paolo: Purtroppo, come ci dice la cronaca di ogni giorno, sì, lo è. Per questo è importante raccontare anche alle nuove generazioni la storia di un personaggio così importante.
Ilaria: Scrivere questa biografia cosa ti ha dato?
Paolo: Il piacere di studiare una figura così centrale nella storia del Novecento che ha lasciato dietro di se un insegnamento fondamentale.