a cura di Oriano Bertoloni per la rubrica ” I LUOGHI DELL’ ARTE “
Antonio Cipolla, architetto molto appezzato nell’Ottocento, fu tra i fautori di uno stile che riproponeva i temi rinascimentali. Era l’epoca dei ritorni al passato (il Neoclassicismo e il Neogotico tra gli altri), prima che il Novecento irrompesse nel campo artistico ed architettonico con le sue rivoluzioni tematiche.
Nel palazzo romano, che porta il suo nome, è stata inaugurata una vasta esposizione dedicata a un pittore eclettico, a cui non è ascrivibile uno stile preciso, ma che ha dato prove di qualità artistiche innegabili.
Raoul Dufy raccoglie dall’Impressionismo l’eredità del culto della luce, dovuto all’innovazione straordinaria dei pittori che portarono i loro cavalletti all’aria aperta e decisero di abbandonare il realismo per esprimere solo le emozioni percettive. Derisi nei loro inizi, le loro opere divennero negli anni a venire un vero oggetto di culto. Da quel brusco terremoto scaturirono, come rivoli disarticolati, tutte le correnti dell’arte moderna fino alle più estreme conseguenze come il Cubismo, il Futurismo, l’Astrattismo, l’Espressionismo e oltre.
Dufy amava il colore, ed ha avuto come punto di riferimento fondamentale Henry Matisse. Ma non è mai stato un imitatore, sviluppando una autonoma interpretazione dei temi fondamentali anche dei Fauve (nei quali prevaleva spesso una carica estrema dell’uso dei colori) temperandone gli eccessi e raggiungendo nella maggior parte dei casi, degli esiti di equilibrio gradevoli e molto apprezzati anche dal mercato.
Normalmente si tende ad esaltare l’artista che ha dato una svolta decisa alla Storia dell’Arte. Per fare un esempio, chi non riconosce in Picasso “l’inventore” del Cubismo? Braque, cointestatario della rivoluzionaria novità, rappresenta il calmiere di quella pulsione. I suoi dipinti, rendono concettualmente più poetico il percorso di scomposizione del figurativo. Dufy, in qualche modo, ha fatto una analoga operazione con gli svariati movimenti che lo hanno coinvolto. L’apparente leggerezza delle sue marine, dei tramonti, dei paesaggi della Costa Azzurra così amata, inducono a una piacevolezza costante nell’osservatore. La esauriente mostra di Palazzo Cipolla, organizzata dal Musée d’Art Modern de la Ville de Paris, sorprende per l’articolazione dei temi e della produzione (che comprende anche disegni, ceramiche e oggetti vari). L’artista eseguì anche uno dei più grandi dipinti esistenti al mondo, realizzato per l’Esposizione Universale del 1937 (La fata elettricità, di ben 600 metri quadri), che è riprodotto in scala nell’esposizione romana. Mutuando da Sofocle “quando gli uomini uccidono la gioia, non mi pare che esistano” il titolo della mostra che indica Dufy come “il pittore della gioia” è giusto. In molti lasceranno l’esposizione, dopo averla guardata senza pregiudizi, con un residuo di piacevolezza e arricchimento interiore indelebile.
Realizzata da Poema, con il supporto di Comediarting ed Arthemisia.
Fondazione Terzo Pilastro Internazionale – Palazzo Cipolla Roma
Aperta fino al 26 febbraio 2023